venerdì 30 marzo 2012

Coltello da combattimento SAN MARCO FIGHTING a cura di Fabrizio Pirrello

Disegnato e realizzato in Italia dalla MAC di Maniago, azienda specializzata in lame d'autore.

Come ogni progetto tutto nasce da un'idea: creare un'arma polivalente da utilizzo anfibio con delle funzionalità anche da survival.

Il disegno è opera di Sandro Martinelli e Marco Bellani, esperti in arti marziali e tecnice di close combat. Nel progetto è trasfusa tutta la loro esperienza.

Esaminiamo in dettaglio il coltello SAN MARCO FIGHTING partendo da una serie di dettagli che meglio di ogni descrizione caratterizzano l'innovativo progetto.

Il fodero in materiale plastico è appositamente disegnato per la lama del SAN MARCO. Si tratta di un sistema estraibile ed utilizzabile separatamente per operazioni subacquee. Il fodero è infatti dotato di sistema di ritenuta per la lama e di alloggiamenti per una coppia di cinghioli in gomma sempre forniti in dotazione. Nella configurazione essenziale il SAN MARCO diventa un eccellente coltello da impiego subacqueo alloggiabile su polpaccio. I cinghioli in gomma aiutano ad ottenere un posizionamento estremamente stabile grazie al grip del materiale sulla muta da immersione.

Nell'impiego di superficie il fodero in polimero nero, spogliato dei cinghioli in gomma, viene inserito in un alloggiamento in Cordura appositamente realizzato. Il fodero in Cordura è del tipo multiposizione per fissaggio in cintura con sgancio rapido, alla coscia con distanziale e fascia elastica oppure con sistema Molle.

Un occhio a dettagli che aumentano l'ergonomia e la funzionalità del coltello SAN MARCO: il fissaggio della lama è ambidestro. Una serie di ritenzioni ambidestre e rimovibili completano la dotazione rendendo il sistema estremamente flessibile.

La parte superiore del fodero in Cordura presenta un ulteriore alloggiamento che può contenere un multi tool o un caricatore da pistola o ancora un coltellino pieghevole di back-up. La chiusura è realizzata in velcro di ottima qualità.

Veniamo ora all'esame della lama. Unica lastra in acciao inox sinterizzato RWL 34 nello spessore di 5,8 mm con trattamento antiriflesso nero PTFE (durezza 59 HRC).

La lama ha profilo a freccia con la parte bassa affilata a rasoio e la parte dorsale predisposta per affilatura. Questo per quasi la metà della lunghezza della lama. La lama prosegue nella parte concava con seghettatura fino quasi alla guardia inferiore. In prossimità della guardia troviamo un altro dettaglio che denota estrema attenzione nel progetto: un incavo per l'indice nella posizione di presa avanzata del coltello.

L'impugnatura smontabile a mezzo viti denota una progettazione polivalente dell'arma.

Le guancette dell'impugnatura sono in polimero nero con un grip molto elevato.

Notiamo che è possibile applicare un paracord in sostituzione delle guancette per ottenere ulteriore cofigurazione dell'arma. I fori delle viti possono essere anche utilizzati per fissare la lama ad un asta trasformando il sistema in una picca.

NOTA DI DESIGN:
L'impugnatura propone una testa stilizzata di leone, simbolo del Battaglione Serenissima come nel coltello San Marco utilizzato dai Lagunari nella II Guerra Mondiale. Uno stile inconfodibilmente italiano in cui il design si abbina alla funzionalità.



SCHEDA TECNICA:
SMF01 Sanmarco fighting

Lama: acciaio inossidabile - RWL34
Durezza: 59-60HRC • Spessore: 5,8 mm - 0.228” • Peso: 285 g - 10.05 oz

Rivestimento lama: IDROGLIDER GOLD® Black

Materiale manico: Mescola PP e TPE

Lunghezza coltello: 26,5 cm - 10.43"
Lunghezza lama: 14,5 cm - 5.70"

Fodero: Cordura® 1100 + PP, 225 g - 7.93 oz

VALUTAZIONI:

Eccellente prodotto per impiego in operazioni anfibie con particolare riguardo all'utilizzo subacqueo grazie alla qualità dei materiali impiegati. Il coltello è realmente un attrezzo polivalente potendo essere tranquillamente utilizzato come coltello da combattimento e come coltello survival.

giovedì 29 marzo 2012

Tipologia di mute stagne di Fabrizio Pirrello

a cura di Fabrizio Pirrello

I materiali

Le mute stagne si dividono in due grandi famiglie: mute in tessuto e mute in neoprene.
Sono mute in tessuto tutte quelle mute realizzate in: trilaminato, poliuretano, trilaminato di poliestere, poldura, bilaminato, precompresso, ecc..
Sono mute in neoprene quelle realizzate con neoprene.
A queste due famiglie se ne aggiunge una terza: le mute in neoprene precompresso e le mute in neoprene a cellule rotte. Sono mute dell'ultima generazione che grazie all'impiego di materiali relativamente nuovi, cercano di cogliere gli aspetti positivi delle mute in tessuto e di quelle in neoprene.

Vediamo in sintesi le caratteristiche di queste tre famiglie di mute.


Mute in tessuto:



1. leggere e facili da asciugare
2. nessuna protezione termica
3. facili da riparare
4. molta libertà di movimento a secco
5. scarsa idrodinamicità

1. pesanti e difficili da asciugare
2. protezione termica in funzione dello spessore
3. non facili da riparare
4. scarsa libertà di movimento a secco
5. discreta idrodinamicità


1. pesanti e difficili da asciugare
2. ottima protezione termica se paragonata allo spessore
3. non facili da riparare
4. buona libertà di movimento a secco
5. ottima idrodinamicità
Mute in neoprene a cellule rotte:


1. pesanti e difficili da asciugare
2. scarsa protezione termica
3. difficili da riparare
4. buona libertà di movimento a secco
5. ottima idrodinamicità

Visto ciò, cerchiamo di tracciare delle linee guida che possano aiutare nella non facile scelta.

Le mute in tessuto hanno dalla loro una grande praticità di utilizzo, soprattutto fuori dall'acqua.

Le mute in neoprene sono calde in acqua, ma non molto pratiche da gestire per i loro ingombri, per il loro peso e per la difficoltà nell'asciugarsi.

Le mute in precompresso esprimono le loro migliori doti in immersione ove consentono idrodinamicità (taglio meno abbondante), protezione termica e robustezza; tuttavia finita l'immersione emergono il peso, la difficoltà nell'asciugarsi.

Le mute in neoprene a cellule rotte assomigliano molto alle mute in tessuto e come loro necessitano di sottomuta; in acqua tuttavia offrono grande comfort grazie al loro taglio non abbondante; il prezzo da pagare in superficie è dato da peso e lentezza nell'asciugarsi.

Nella scelta del modello più adatto, dobbiamo valutare quale sarà il tipo di utilizzo prevalente.

Non esiste in assoluto la stagna ideale, ma solo la stagna più adatta per certe condizioni.

Il consiglio
Individuato il modello che meglio risponde alle vostre esigenze guardate a questi particolari che si riveleranno estremamente importanti nell'uso pratico.
Taglia
Mai aderente. La stagna ha vestibilità comoda. La vestibilità andrebbe vista indossando lo stesso sottomuta che indosserete per le immersioni.

Stivaletto
No agli stivaletti enormi. Un buon stivaletto non blocca l'articolazione del piede, non costringe all'uso di pinne di taglia spropositata. E' piccolo e rinforzato solo dove serve: suola, tallone, punta.

Valvole
Carico e scarico devono essere montate con i relativi sottovalvola. La valvola di carico va sul petto o in posizione centrale o leggermente disassata. La valvola di scarico (automatica) va subito sotto il deltoide; l'automatismo del funzionamento richiede che la valvola di scarico si trovi nella parte più alta. Perchè fare movimenti inutili quali alzare il braccio piegando il gomito? Solo se le valvole saranno correttamente posizionate, l'uso sarà piacevole e naturale. No deciso a valvola di scarico su avambraccio.

Bretelle
Se la muta calza bene, a cosa servono? Pensate che delle bretelle veramente possano risolvere il problema originato da una taglia non corretta? Nel caso delle mute con busto telescopico invece le bretelle consentono il funzionamento del modello. Le bretelle devono essere elastiche e sganciabili con fastex per un maggiore comfort.

Nastratura
Una buona muta stagna è nastrata. La bandellatura interna è garanzia di tenuta nel tempo. Osservate in ogni caso la precisione della nastratura: avrete un'idea della cura posta nella realizzazione della muta. La nastratura può essere effettuata o con l'applicazione di un apposito nastro o con uno speciale sigillante polimerico. Assolutamente da evitare le nastrature applicate a caldo: non tengono nel tempo.

Assistenza
Prima o poi avrete necessità di assistenza per la vostra muta stagna: valutate se chi vi vende la stagna è in grado di fornirvi direttamente l'assistenza. Vi immaginate rimanere un mese o più senza la stagna in inverno per una banale rottura di un collarino? I rivenditori non sono tutti uguali. Nel prezzo di acquisto, è compreso anche il servizio di assistenza. Ma chiedetevi sempre: lo fanno loro il servizio di assistenza o la devono spedire a qualcuno?

Il costo
Il costo è un parametro che abbiamo volutamente trascurato finora. Infatti riteniamo che il costo di una muta stagna non vada visto solo come costo iniziale di acquisto, ma vada rapportato al tempo di utilizzo. In realtà una buona muta stagna è destinata a durare anni ed allora il costo per immersione di una stagna molto costosa può risultare paradossalmente più basso di quello di una stagna economica.

Il rivenditore
Una volta decisa la tipologia di muta che meglio risponde alle nostre esigenze dobbiamo scegliere dove acquistarla. Sembrerebbe la parte più semplice dell'operazione ma non è così. Un rivenditore che sia degno di questo nome ha la muta in deposito in tutte le taglie per farvela misurare. Se la deve ordinare allora potete tranquillamente ordinarla voi direttamente. Non tutti i rivenditori credono nel prodotto muta stagna e pertanto non ne hanno disponibilità. Nella scelta premiate chi ha investito sul prodotto ed ha in pronta consegna le mute e diffidate di chi deve solo ordinare il prodotto facendovi attendere.

Una buona muta stagna non può essere economica!
Per una selezione ampia di mute stagne vai su:

lunedì 26 marzo 2012

Nove trucchi per immergersi al meglio con la muta stagna




Nove trucchi per immergersi al meglio con la muta stagna.
di
Fabrizio Pirrello


Per continuare ad immergersi quando l’acqua è fredda diventa indispensabile utilizzare una muta stagna. Per intenderci definiremo fredda l’acqua quando la temperatura è inferiore ai 18°C. Immersioni con la muta umida con temperature dell’acqua inferiori ai 18°C diminuiscono sensibilmente l’efficienza e la capacità di concentrazione del subacqueo con un evidente aumento dei rischi. Con temperature nell’ordine dei 12°C o meno l’uso di una muta stagna si rivela indispensabile. Ovviamente con una buona muta stagna riusciremo a risolvere il problema del freddo, ma per utilizzarla al meglio occorre capirne a fondo il funzionamento. Utilizzare la muta stagna non è complicato. Ma se non si conoscono alcuni “trucchi” danneggiare la muta o farsi del male diventa estremamente semplice.




In sintesi ecco 9 trucchi per ottimizzare l’impiego della vostra muta stagna.
1 Assicuriamoci che le guarnizioni stagne a polsi e collo siano correttamente adattate e ben indossate.
In una muta stagna non c’è niente di peggio o di più fastidioso che ritrovarsi con polsini e collarino non adatti alla propria conformazione fisica. Se sulla vostra muta stagna avete delle guarnizioni in lattice, controllate la calzata e se risultano troppo strette procedete a rifilarle. L’operazione in sé non presenta eccessiva difficoltà ma richiede attenzione, pazienza ed un buon paio di forbici. Seguire i solchi sulle guarnizioni agevolerà notevolmente il lavoro. Attenzione nella misurazione: le guarnizioni per assolvere al proprio compito devono aderire; quindi il diametro delle guarnizioni stesse deve essere inferiore del 15% rispetto alla circonferenza di polsi e collo. Se la vostra stagna è equipaggiata con guarnizioni in neoprene, la misurazione è identica. La differenza è che le guarnizioni in neoprene non vanno rifilate ma “adattate” estendendole forzatamente. L’operazione si esegue facilmente con una bombola (per il collo) o con delle bottiglie (per i polsini). Il rivenditore saprà in ogni caso darvi i suggerimenti adeguati. Polsini e collarini ben conformati ed adattati saranno confortevoli da indossare e di nessun fastidio in immersione. Non usate la muta stagna in acqua prima di aver verificato ed adattato le guarnizioni stagne del capo.
2 Controlliamo la nostra muta almeno due giorni prima dell’immersione.
Le mute stagne sono dei capi estremamente affidabili e durevoli ma è buona norma procedere a dei controlli prima dell’immersione. Ciò è tanto più vero nel caso in cui la vostra muta stagna sia rimasta inutilizzata per qualche mese. Mai immergersi con la muta stagna se prima non si sono fatti i controlli. Cosa controllare nella stagna: cerniera stagna, polsini, collarino e valvole. Ma perché fare questi controlli due giorni prima dell’immersione? Perché altrimenti non avremmo il tempo per procedere alle riparazioni del caso. Scoprire che qualcosa non funziona la sera prima dell’immersione sarebbe veramente spiacevole.

3 Adeguate l’isolamento termico offerto dal sottomuta in funzione della temperatura dell’acqua e del carico di lavoro che vi accingete ad affrontare.
Uno dei maggiori vantaggi offerti da una muta stagna è che essa vi consentirà di affrontare un ampio range di temperature dell’acqua. Sarà sufficiente variare il tipo di indumento impiegato sotto la muta stagna. Il vostro isolamento termico dovrà variare secondo quelle che saranno le diverse condizioni dell’immersione. Indossare un sottomuta troppo termico o troppo poco termico porterà ad una generale perdita di confort. Occorre poi tenere presente che la tipologia di sottomuta adottato influenzerà anche la pesata d’assetto.
4 Indossate il minimo indispensabile di zavorra.
Indossate sempre la minima quantità possibile di zavorra quando vi immergete con la muta stagna. Quanto più contenuta risulterà la vostra zavorra, tanto più bassa sarà l’esigenza di caricare aria nella vostra muta stagna per raggiungere l’equilibrio idrostatico. Con la muta stagna occorre adottare la medesima procedura utilizzata con la muta umida per determinare la pesata d’assetto. Indossando l’equipaggiamento completo, con la stagna completamente collassata, il jacket sgonfio, un 50 bar di aria nella bombola con un’inspirazione completa dovreste rimanere perfettamente verticali in acqua, in galleggiamento (al livello degli occhi), senza dover effettuare alcuno sforzo. Quando espirate completamente dovreste invece affondare. Se queste due condizioni si verificano significa che avete raggiunto il vostro assetto neutro: cioè la vostra galleggiabilità non viene ad essere influenzata dall’equipaggiamento che indossateUna volta raggiunto l’assetto neutro, la quantità di zavorra che utilizzerete sarà esattamente quanto basta per consentirvi di effettuare in estrema tranquillità una eventuale sosta di decompressione. Questo è il motivo per cui la bombola non doveva essere completamente carica quando abbiamo seguito la procedura per la determinazione della pesata d’assetto.
5 Indossate sempre il giubbetto equilibratore con la muta stagna.
Indossare un giubbetto equilibratore quando si impiega la muta stagna è indispensabile. In immersione il giubbetto equilibratore viene impiegato per compensare le variazioni d’assetto (legate all’aumento della profondità) e fornisce un backup nel caso di rottura della muta stagna (per il raggiungimento dell’assetto positivo). In superficie invece il giubbetto equilibratore vi aiuterà a mantenere un assetto positivo evitando di insufflare aria nella muta stagna (evitando la spiacevole sensazione causata dall’accumulo di aria nella zona del collarino).
6 Immergetevi con un compagno che conosca il funzionamento della vostra muta stagna.
Quando vi immergete con la muta stagna, la presenza di un compagno d’immersione sarà sempre di notevole aiuto, a partire dalle operazioni di apertura e chiusura della cerniera stagna. Inoltre un compagno esperto saprà controllare il corretto posizionamento del collarino della vostra muta stagna e vi potrà persino aiutare nell’indossare e togliere la muta. In acqua invece un compagno d’immersione esperto, che conosca il funzionamento della vostra muta stagna, potrebbe essere di enorme aiuto in caso di difficoltà legate all’impiego della muta.
7 Frequentate un corso o uno stage di specializzazione.
Il modo migliore per acquisire padronanza nell’uso della muta stagna è frequentare uno stage di specializzazione. Il fai da te non è da considerare una scelta sbagliata ma sicuramente vi è una controindicazione: si impara dagli errori commessi invece che far tesoro di esperienze errate altrui. Inoltre un istruttore esperto e professionale vi insegnerà tutti i trucchi per impiegare al meglio la vostra muta stagna e per calcolare la corretta pesata. Eviterete di acquisire cattive abitudini nell’uso dell’equipaggiamento. Rivolgetevi sempre ad un centro specializzato che vi possa offrire anche la possibilità di noleggiare differenti tipologie di muta stagna per capire quale di esse risponde meglio alle vostre aspettative.
8 Fate molta pratica con la vostra muta stagna al fine di acquisire sempre maggiore padronanza.
Frequentato un corso specifico, l’apprendimento non è terminato: avete acquisito solo le basi del corretto impiego della muta stagna. Occorre a questo punto acquisire padronanza nell’uso dell’equipaggiamento. Tale padronanza si acquista con la pratica. Immergervi con la vostra muta stagna deve diventare perfettamente naturale; solo così potrete apprezzare in pieno i notevoli vantaggi che essa offre nell’esplorazione dei fondali. Abituatevi a riprendere la normale posizione di nuoto dopo essere finiti con i piedi verso l’alto a causa di un movimento dell’aria all’interno della muta. Imparate a localizzare rapidamente le valvole di carico e scarico dell’aria, a disconnettere la frusta di bassa pressione. Imparate a scaricare la muta dal collarino o dal polsino senza allagarvi. Imparate a scaricare la muta sia con la valvola di scarico settata su “automatico” che su “manuale”. Nessuna delle abilità sopra descritte è particolarmente difficile da acquisire: occorre pratica e buona volontà.
9 Effettuate una corretta manutenzione alla vostra muta stagna.
Premettiamo che una muta stagna richiede maggiore manutenzione rispetto ad una muta umida. La base della manutenzione è sicuramente un accurato lavaggio con acqua dolce dopo ogni immersione (prestando attenzione a non bagnare l’interno della muta). Ispezionate poi tutte le guarnizioni, la cerniera stagna e le valvole per individuare e prevenire fonti di problemi in immersione. Se l’interno della muta si presenta particolarmente umido o bagnato effettuiamo un check per individuare eventuali perdite. Cominciamo dagli stivaletti che impieghiamo per camminare. Proseguiremo gonfiando la muta e “saponandola” per evidenziare eventuali fori. Effettuati i controlli post immersione ed il lavaggio vediamo come dobbiamo riporre la muta. Facciamo asciugare la muta lontano dal sole e da fonti di calore; evitiamo di appenderla con i tradizionali appendini (per non stressarla) e non poggiamola su oggetti appuntiti. Il modo corretto di riporre la muta è piegarla e stivarla nella propria sacca (mai da umida!). La cerniera stagna andrà lubrificata periodicamente con l’apposita cera a conservata in posizione di apertura. Mai sottoporre la cerniera stagna a piegature eccessive. Le guarnizioni in latex vanno invece lubrificate con Talco puro; tale operazione agevola la vestizione e consente un corretto stoccaggio della muta. Evitate accuratamente di spruzzare spray al silicone sulla vostra muta stagna: non serve a mantenerla efficiente e renderà difficoltosi eventuali interventi di riparazione. Terminato l’uso della stagna riponetela asciutta nella sua borsa, lontano dalla luce, da fonti calore, dal sole e dall’umidità ed in luogo fresco; la cerniera sempre aperta e lubrificata; la muta bene arrotolata al fine di evitare pieghe eccessive.

Seguendo questi semplici e pochi trucchi apprezzerete in pieno il vantaggio di immergervi all’asciutto. Non c’è sostituto efficace di una buona muta stagna quando la temperatura comincia ad abbassarsi!


venerdì 23 marzo 2012

Military DPV by Fabrizio Pirrello



Un veicolo di propulsione subacquea (in inglese Diver Propulsion Vehicle – DPV) ma meglio conosciuto come “maiale” è un'apparecchiatura subacquea usata durante le immersioni per facilitare gli spostamenti a lungo raggio e aumentare l'area d'intervento subacqueo.

Sinteticamente è un oggetto idrodinamico con un motore elettrico alimentato a batteria che muove un'elica, di assetto neutro quando immerso. L'elica viene progettata in modo da non essere pericolosa per il subacqueo.

SUEX XK1

I veicoli subacquei sono assai utili per lunghi spostamenti a profondità costante in condizioni di navigazione favorevoli e quando occorre trasportare dei carichi per lunghi tragitti.

Veniamo alla storia dei "Maiali" o Siluri a Lenta Corsa da cui derivano i moderni trascinatori subacquei.

Un modello molto conosciuto è il cosiddetto SLC (Siluro a Lenta Corsa) detto anche Maiale, utilizzato dagli incursori della Marina Militare italiana durante la seconda guerra mondiale per numerose operazioni di sabotaggio in occultamento.
SUEX XK2

Gli odierni veicoli di questo tipo non sono dotati di carica esplosiva e la parte prodiera del siluro ha una forma più affusolata per avvantaggiare l'idrodinamica

Il siluro a lenta corsa, in acronimo SLC è un sommergibile tascabile di forma simile a un siluro, adatto a trasportare, a bassa velocità, due operatori muniti di respiratori subacquei autonomi ed una carica esplosiva da applicare occultamente alla carena della nave avversaria all'ormeggio.

Questo progetto fu ideato nel 1935 dal capitano del genio navale Teseo Tesei, che morì successivamente in azione con un suo maiale a Malta.

Il 19 dicembre 1941 i maiali (usati dalla Xª Flottiglia MAS) effettuarono la loro azione più nota, l'affondamento delle navi da battaglia britanniche HMS Valiant e HMS Queen Elizabeth. I militari italiani, per riuscire a fornire questi siluri alle numerose basi segrete (un esempio è la base dell'Olterra), facendoli passare inosservati, dovevano smontarli e trasportarne i vari pezzi separatamente fino a destinazione, dove poi venivano rimontati.

Il modello oggetto di test.

Il modello modulare codificato XK1 o XK2 (in relazione ad autonomia operativa) è un veicolo subacqueo del tipo “Tow Behind” o trascinatore per singolo operatore. La definizione di “trascinatore” bene chiarisce la tipologia di impiego del mezzo: l'operatore viene letteralmente trascinato.

L'azienda è partita da un progetto originale ed affinato sul campo e caratterizzato da soluzioni intelligenti, innovative e coperte da brevetto. In oltre 10 anni di esperienza sul campo la SUEX ha realizzato prima scooter per impiego sportivo (ma sempre di alto livello tecnico) per poi seguire delle specifiche esigenze militari. La risposta alle esigenze è stata la definizione di nuovi standard tali da soddisfare le principali esigenze operative dei reparti militari:

    rusticità d'impiego

    robustezza ed affidabilità

    autonomia

    trasportabilità

    antiriflesso

I modelli XK1 e XK2 hanno in comune le seguenti caratteristiche:

    Progettati per l'ambiente marino - Robusto, affidabile e con manutenzione ridottissima

    Modularità e sistema di chiusura brevettato

    Estrema facilità di regolazione dell'assetto tra acqua dolce e salata

    Regolazione immediata del TRIM - Assetto costante a qualsiasi profondità

    ON/OFF Switch

    Due velocità nello stesso comando:prima velocità regolabile da zero a 100%

    Soft Start System

Vediamo come è costruito
Nessuna corrosione galvanica: corpo in alluminio marino con anodizzazione profonda sia interna che esterna. Non ci sono connessioni tra metalli differenti e quindi non c'è alcuna possibilità di corrosione galvanica e pertanto non è necessario l'utilizzo di anodi di zinco sacrificali. Lo zinco sacrificale, utilizzato quando ci sono problemi di corrosione galvanica, fornisce una protezione adeguata solo con il mezzo immerso, ma non ha nessuna funzione a secco e quindi la corrosione galvanica continua nei punti di contatto tra i metalli diversi a causa dell'umidità.

Nessuna parte esposta all'acqua, è saldata : le saldature, infatti, sono potenziali punti di ingresso dell'acqua e punti nei quali la protezione data da eventuali anodizzazioni o verniciatureha minore tenuta e quindi punti da cui può più facilmente partire la corrosione.

SISTEMA DI CHIUSURA BREVETTATO  SUEX
Gli ADV Suex adottano un sistema brevettato di chiusura privo di ganci o viti che garantisce la perfetta tenuta fornendo evidenti vantaggi aggiuntivi :

-Sensibile riduzione del rischio di impiglio

- Azzeramento del rischio di apertura accidentale rendendo possibile alare l' ADV anche da una      imbarcazione in movimento o paracadutarlo con le necessarie operazioni di preparazione

- Il corpo dello scooter è  privo di fori, saldature  o altri punti di innesco di rotture

il comparto motore e quello batteria sono separati in modo stagno:
 


1- Anche nel poco probabile caso di allagamento di uno dei due comparti questo sistema impedisce il rapido affondamento dello scooter in quanto l'altro comparto non allagato si manterrà asciutto favorendo una più sicura operazione di recupero.

2- La separazione dei due comparti aumenta la sicurezza del subacqueo poichè riduce enormemente la possibilità che un accumulo di idrogeno, dovuto alla scarica delle batterie,  in particolare condizioni possa diventare pericoloso qualora innescato da una scintilla.

3- Durante le operazioni di preparazione dell'ADV, quali ad esempio l'inserimento del pacco batteria batteria eseguita a bordo di una imbarcazione, la separazione dei due comparti offre una importante protezione al motore e alle parti elettroniche qualora inavvertitamente lo scooter venisse investito da un getto d'acqua (magari salata).

XK1 e XK2 sono modulari, ovvero è possibile aumentare l'autonomia della macchina sostituendo il pacco batteria ed il corpo e mantenendo lo stesso gruppo propulsore.



Altro brevetto è nell'elica. Il sistema brevettato PropLock Suex permette di togliere e rimontare l'elica sott'acqua senza l'ausilio di attrezzi e senza parti separate.
Questa caratteristica è particolarmente importante nel caso in cui si incattivino all'elica cime o fili di nylon.
Negli scooter che non dispongono di questo importante dispositivo tale situazione rende di fatto inutilizzabile lo scooter, mentre con il sistema PropLock è possibile risolvere la situazione in modo molto agevole.
La coppia della frizione rimane fissa.

Vediamo come si comporta in acqua.

Una caratteristica essenziale per qualsiasi equipaggiamento si debba impiegare in immersione è che non sia d'impaccio ma facile da gestire.

Si parla di TRIM NEUTRO quando  la posizione dell'ADV in acqua é perfettamente orizzontale.

Il trim neutro è una caratteristica molto importante  che rende lo scooter molto maneggevole e di conseguenza l'immersione più confortevole.

    Regolazione fine del trim :
    I modelli in esame sono dotati di un sistema di regolazione dell'assetto a vite. Di serie il veicolo viene fornito con trim neutro ovvero è perfettamente orizzontale in acqua, agendo sulle viti di regolazione lo si può appruare (prua in sù)  o appoppare (prua in giù).

La velocità viene regolata mediante un dispositivo elettronico che varia il numero dei giri dell'elica.Questo sistema fornisce i seguenti vantaggi :

    passo dell'elica fisso che garantisce il massimo del rendimento propulsivo

    maggiore robustezza dell'elica rispetto al passo variabile

    la variazione della velocità è data da una parzializzazione della corrente con consistente risparmio di energia.

Controllo elettronico
Negli ADV SUEX, a parte il sezionatore ed il connettore non esistono contatti meccanici, niente reed e niente relè.
La scelta è stata obbligatoria dopo che durante le nostre prove al banco e collaudi in acqua libera, si sono manifestati tutti gli inconvenienti che i contatti meccanici possono dare:

    incollaggi delle pastiglie del relè che impediscono di arrestare il mezzo

    non funzionamento del reed o fusione

perciò abbiamo fatto una scelta molto più costosa ma sicura.
L'elettronica opportunamente sovradimensionata ci ha dato la garanzia della completa affidabilità.
Il regolatore, consente di avere due velocità diverse sullo stesso comando (la prima totalmente regolabile, la seconda sempre piena potenza), con due sensori ed un circuito ridondante.
La prima velocità viene ottenuta eccitando il primo sensore, la seconda eccitando l'altro, tutto con lo stesso movimento.
Nel caso finora non verificatosi che il regolatore si guasti, l'effetto sarà quello di avere lo scooter in marcia continua bassa velocità. Questo consente, azionando il sezionatore esterno, di poter comunque gestire la situazione, senza interventi di tipo meccanico e con limitatissime condizioni di pericolo.

L'affidabilità riscontrata nelle oltre 1000 ore di test di laboratorio è stata confermata dai protratti utilizzi sul campo.

Sistema soft start
E' un dispositivo che avvia il motore in modo progressivo

    evita partenze brusche e quindi garantisce una maggiore manovrabilità in ambienti angusti

    evita picchi di assorbimento in partenza prolungando di fatto l'autonomia della batteria

Due velocità nello stesso comando (serie Zeuxo e XK)
Nell'uso pratico si è visto che due velocità assolvono in modo pressoché completo alle esigenze del subacqueo.

Gli ADV SUEX  sono dotati di due velocità azionabili con il semplice movimento del dito sul grilletto:
La prima velocità è regolabile in modo continuo dal zero al 100% mediante un comando esterno:
la possibilità di regolare in modo fine la prima velocità permette in pratica di adattarsi perfettamente all'andatura del team anche qualora sia composto da scooter con velocità diverse.
La seconda velocità è sempre al 100% e può essere azionata con il semplice movimento del dito sul grilletto quando ci sia la necessità di utilizzare la piena velocità e potenza per brevissimi tratti o anche per tutta la durata dell'immersione.

Nonostante l'autonomia offerta sia decisamente elevata è previsto un accessioro che rende visibile lo stato di carica del pacco batterie.

L'indicatore di carica viene fornito come accessorio nella linea ADV. Questo sofisticato ma allo stesso tempo semplice accessorio quando acceso indica che l'interruttore principale è in posizione ON e fornisce una indicazione sullo stato di carica delle batterie.

L'indicatore è facilmente visibile dal subacqueo.

In sintesi una serie di ottimi prodotti industrialmente realizzati .

Rispondono alle seguenti certificazioni :



    Direttiva Macchine 2006/95/CE

    Compatibilità Elettromagnetica EMC 2004/108/CE

    UNI EN ISO 14151-1:2007

    UNI EN ISO 12100-1:2009

    UNI EN ISO 61000-6-4

    UNI EN ISO 61000-6-1

    CEI EN 60034-1

    CEI EN 60335-1





OMG-ITALY & GRAVITY ZERO : UNA JOINT VENTURE PER IL SETTORE MILITARY

OMG-ITALY & GRAVITY ZERO INIZIANO UNA JOINT VENTURE PER IL SETTORE MILITARY

Grazie a questo accordo due aziende specializzate nella realizzazione di equipaggiamenti per il settore militare lavoreranno in stretta cooperazione. La OMG sarà il referente per la commercializzazione di tutti gli equipaggiamenti militari della divisione GRAVITY ZERO - Tactical & Military Gear.
Con questa operazione GRAVITY ZERO - Tactical & Military Gear è disponibile in tutti i 5 continenti in combinazione e sotto responsabilità della OMG.

domenica 18 marzo 2012

Environmental & Microbubble Cognizant 20 compartimenti di Fabrizio Pirrello

Environmental Cognizant = assume informazioni da ambiente circostante.

L'acronimo EMC-20H sintetizza Environmental & Microbubble Cognizant 20 compartimenti con impiego di He nella miscela respiratoria.



L'algoritmo implementato nei computer della COCHRAN tiene conto, ai fini dei calcoli decompressivi, della temperatura dell'acqua adeguando nel corso dell'immersione l'algoritmo.
Difatti, la legge di Henry che regola l'assorbimento ed il rilascio di inerte nei tessuti, fa riferimento a "temperatura costante". Questo significa che variazioni della temperatura producono variazioni nell'assorbimento e nel rilascio dell'inerte dai tessuti e l'algoritmo della COCHRAN è automaticamente compensato per tenere conto di tali variazioni.

Tutti i computer della COCHRAN sono dotati di software che adegua la lettura della profondità automaticamente in base alla lettura della salinità dell'acqua. La lettura della profondità su tutti i computer della COCHRAN è una profondità reale e non dipende dalla taratura effettuata in laboratorio con riferimento ad acqua dolce. Addirittura la presenza di agenti inquinanti in acqua viene rilevata e discriminata con adattamento immediato della lettura della profondità.
Tutti i computer COCHRAN rilevano costantemente la pressione atmosferica, anche da spenti, e questo consente un adattamento continuo dello zero della scala delle profondità rilevate. Dire che effettuiamo un'immersione a livello del mare non è informazione completa se prescindiamo dal rilevamento della pressione barometrica nel preciso istante in cui iniziamo la nostra immersione.
Proprio questa capacità dei computer COCHRAN consente il funzionamento come "scatola nera" rilevando qualsiasi variazione di altitudine cui il subacqueo è sottoposto prima e dopo l'immersione. Questa informazione viene continuamente trasferita all'algoritmo che istantaneamente si adatta per tener conto anche di piccolissime variazioni di pressione/altitudine in tutti i calcoli decompressivi.
La capacità di adattamento dell'algoritmo implementato nei computer COCHRAN non si limita a questo: difatti il subacqueo può anche "informare" la macchina relativamente al proprio stato di affaticamento e/o condizione fisica/psichica introducendo differenti impostazioni in merito al livello conservativo.

Microbubble Cognizant = tiene conto delle formazione di microbolle.
L'algoritmo compartimentale implementato in tutti i computer COCHRAN funziona secondo un metodo "preventivo" in base al quale, ammettendo che in fase di risalita si formano comunque delle bolle, tende a mantenerne la dimensione al di sotto della soglia di sicurezza prevenendo quindi rischi di DCI.
Detto obiettivo viene perseguito attraverso la velocità di risalita differenziata in funzione della profondità e di tappe decompressive più profonde. Abbiamo un algoritmo estremamente aggressivo e sicuro al tempo stesso. Rispettando la corretta procedura di risalita i computer della COCHRAN ci consentiranno di uscire dall'acqua più velocemente rispetto ad altri computer da immersione ma in totale sicurezza. L'algoritmo implementato nei computer della COCHRAN è appunto la diretta derivazione del VVAL 18 sviluppato dalla US NAVY ed applicato nelle nuove tabelle decompressive. L'obiettivo della US NAVY, all'inizio della ricerca, era quello di consentire ai NAVY SEALs una maggiore operatività a fronte dell'impiego di nuove tecniche di decompressione e nuove attrezzature subacquee. Aumentava la durata delle immersioni operative ed occorreva consentire all'operatore di uscire velocemente dall'acqua. Nel sistema militare un operatore addestrato è più importante dell'equipaggiamento impiegato perchè occorre tempo e denaro per formare un nuovo operatore quindi la sicurezza degli operativi è fondamentale. Il sistema decompressivo più sicuro e rispondente alle esigenze della US NAVY è appunto il VVAL 18 e lo strumento approvato ed adottato dalla US NAVY è prodotto dalla Cochran Undersea Technology. Ad oggi, nella ANU List degli equipaggiamenti approvati e codificati per impiego militare, nella categoria computer da immersione è riportata solo ed esclusivamente la serie COCHRAN.

Il modello EMC 20H simula 20 compartimenti per i propri calcoli decompressivi per tenere conto anche dell'inerte He.

La Cochran Undersea Technology ha sempre realizzato strumenti privilegiando la potenza di calcolo e la capacità di memorizzare e rilevare dati utili ai fini dei calcoli decompressivi prima, durante e dopo l'immersione. Unico nella sua classe il computer COCHRAN adotta un hardware molto sofisticato che abbinato ad un algoritmo avanzatissimo consente il campionamento dei dati ad intervalli di 1 secondo ed una capacità di memorizzazione dati elevatissima.

Il mondo della ricerca scientifica è concorde nel riconoscere che maggiore è la frequenza di campionamento maggiore è l'adeguatezza dello strumento e pone anche un limite massimo all'intervallo tra due campionamenti successivi: 4 secondi. Oltre i 4 secondi il computer si comporta come un lettore elettronico di tabelle e non come uno strumento di calcolo per immersioni multilivello. Altro dato importante è il numero di compartimenti su cui i calcoli decompressivi sono basati. Maggiore il numero di compartimenti, migliore la simulazione del comportamento del corpo umano in immersione ai fini del calcolo dell'assorbimento e rilascio di inerte dai tessuti.

Grazie a tutte queste caratteristiche di autoadattamento dell'algoritmo impiegato nei computer della serie COCHRAN consente al subacqueo di uscire dall'acqua più velocemente a fronte di tappe decompressive più profonde. Questo tipo di algoritmo si dimostra estremamente versatile e flessibile nell'impiego reale: da immersioni brevi e profonde a lunghissime immersioni con rebreathers spaziando per le miscele respiratorie dall'aria al nitrox ed al trimix con decompressioni accelerate in miscele iperossigenate.


Progetto TLS RANGER BIOSUIT Coloured Edition

TLS RANGER FZ BioSuit
Stagna in BIO Trilaminate specificamente concepito per impiego militare: flessibile, più resistente del Cordura, asciuga subito e non assorbe acqua, non gocciola. La TLS RANGER FZ BIOSUIT è sintetizza i pregi del trilaminato e quelli del neoprene precompresso da 2 mm.





venerdì 16 marzo 2012

Indossare muta stagna con cerniera posteriore


Vogliamo mostrare attraverso una breve sequenza di immagini come si indossa una muta stagna con cerniera posteriore.



Come indossare una muta stagna con cerniera frontale

Vogliamo mostrare attraverso una breve sequenza di immagini come si indossa una muta stagna con cerniera anteriore.



Progetto TLS RANGER BIOSUIT

TLS BIOSUIT



Stagna in BIO Trilaminate specificamente concepito per impiego militare: flessibile, più resistente del Cordura, asciuga subito e non assorbe acqua, non gocciola. La TLS RANGER FZ BIOSUIT è sintetizza i pregi del trilaminato e quelli del neoprene precompresso da 2 mm.




  • 450 g/mq  BIO Trilaminate
  • Superficie anti abrasione e superficie interna a ridotto attrito
  • Estremamente flessibile e morbida
  • Massima vestibilità assicurata dal disegno con busto telescopico
  • Richiamo elastico in vita per vestibilità aderente
  • Rinforzi sovrapposti in BIO Trilaminate a ginocchia, seduta
  • Protezione in Nylon ad alta tenacità su spalle e braccia  
  • Bretelle elastiche di serie
  • Cerniera anteriore diagonale metallica con patta di protezione in Nylon  
  • 2 Tasche in Cordura su cosce
  • Cappuccio staccato incluso
  • Polsini in lattice conico e regolabili
  • Collarino in lattice "military grade"
  • Soft boot da 2,5 mm in neoprene CNX
  • Sacca trasporto inclusa
  • Valvole e frusta BP incluse
  • Kit manutenzione incluso
  • Conforme CE
Cerniera anteriore con protezione

Curvatura cerniera stagna
Rinforzo spalle
Tasca applicata


TLS RANGER BIOSUIT


Valvola di scarico a basso profilo


TLS RANGER BIOSUIT FZ