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giovedì 5 marzo 2009

DEMO DAY GRAVITY ZERO - 15 MARZO 2009 - TREVIGNANO by Fabrizio Pirrello

Programma Demo Day Gravity Zero

Dove: presso il Trevignano Dive Research in Via della Rena 90 – Trevignano Romano (RM)

Contatti: Stefano Barbaresi – cell. +393476160762 - +393331255767 – email info@trevignanodiveresearch.com
Appuntamento: dalle ore 09:00 alle ore 16:00 prove in acqua no-stop

Cosa portare: piombi per zavorra, sottomuta per muta in neoprene o trilaminato ed attrezzatura personale, escluso muta e giubbetto equilibratore se intendete testarli.

Bombole: non è necessario portare con se le bombole, almeno che non vogliate utilizzare dei formati bibo. Il centro fornisce bombole nei formati 9 lt in alluminio,10 lt acciaio, 12 lt acciaio, 15 lt acciaio. Se utilizzate la configurazione a 2 primi stadi è consigliato specificare nella prenotazione (bombola bi-attacco).

Servizi offerti: zona spogliatoio, zona risciacquo attrezzature, wc, ricarica bombole.

Costi: la giornata Demo Day Gravity Zero è gratuita eccetto il parcheggio esterno comunale e la fruizione dei servizi di bar-ristorante.

Prenotazione: per poter partecipare alla giornata Demo Day Gravity Zero è consigliato prenotarsi indicando il formato bombola desiderato all’indirizzo info@trevignanodiveresearch.com





Trevignano Dive Research dal 1° Febbraio è centro test GRAVITY ZERO.

Raggiunto importante accordo tra Stefano Barbaresi, presidente del centro, e GRAVITY ZERO per offrire al pubblico la possibilità di testare in acqua le mute stagne in trilaminato e neoprene precompresso sotto la guida di personale esperto che saprà spiegarne caratteristiche, vestibilità e materiali.


Con questo accordo GRAVITY ZERO si avvicina sempre di più all'utente finale ed offre la possibilità di testare le proprie attrezzature per meglio valutarne le caratteristiche. Sempre nell'ottica di perseguire la qualità nei fatti e non a parole.

Le ragioni della scelta Trevignano Dive Research come centro test:
1 - la logistica
2 - la gestione di Stefano Barbaresi
3 - la vocazione per la ricerca

La base logistica del Trevignano Dive Research è il lago di Bracciano, luogo ideale per effettuare immersioni di addestramento, prova, in in svariati periodi dell'anno anche quando il mare non consentirebbe immersioni. Il Trevigano Dive Research è anche molto facilmente raggiungibile da Roma e parecchie località del centro Italia.

La gestione di Stefano Barbaresi è sicuramente uno dei fattori della scelta del Trevignano Dive Research. GRAVITY ZERO cerca professionisti della subacquea e Stefano lo è nel vero senso della parola. Non solo per il tempo che dedica all'attività ma per la qualità dell'operato. Persona semplice, schietta, ma efficace e senza manie di protagonismo: un vero professionista che sa farsi riconoscere come tale. La scelta è avvenuta dopo una fase di studio reciproco perchè le migliori collaborazioni nascono proprio dalla comunione di visione ed intenti.




GRAVITY ZERO è un'azienda molto attenta alle innovazioni e non poteva che selezionare un partner ugualmente attento alla ricerca. Il Trevignano Dive Research è appunto un centro che fa ricerca nel vero senso della parola (DAN Research e rebreathers HBT).
I contatti:
Fugen Dive A.S.D.
Via Andrea Sacchi, 4
00196 Roma
Tel. 06/3201087 - 3476160762 - 3331255767

Per visionare la produzione di mute stagne GRAVITY ZERO



Contattate Stefano Barbaresi per prenotare la vostra prova in acqua di una stagna GRAVITY ZERO oppure per farvi insegnare come ottenere il meglio dalla vostra nuova muta stagna.

mercoledì 19 novembre 2008

EROGATORI per subacquei

GLI EROGATORI
 
Erogatore SUUNTO TENO (Apeks TX100)A cura di Fabrizio Pirrello
La funzione primaria di un erogatore è quella di consentire la respirazione in immersione. Se ci limitassimo all’essenziale, tale funzione viene assolta dalla totalità degli erogatori in commercio e potremmo, quindi, affermare che gli schemi progettuali di tali strumenti siano tutti efficaci. Si potrebbe essere portati deduttivamente a pensare anche che gli erogatori siano tutti uguali o che ci sia una certa omogeneità di prestazioni, ma ciò in realtà non corrisponde al vero. Abbandonando tale semplicistica visione che impedisce di affrontare il problema in maniera compiuta, si può affermare che: non basta fornire aria al subacqueo, ma è necessario fornirla in un certo modo. L’erogatore è, infatti, il cuore pulsante dell’apparato subacqueo, il più importante ed il più delicato.

Erogatore SUUNTO TENO (Apeks TX100)Molti produttori o distributori si soffermano alquanto sulla portata d’aria di un erogatore, dichiarando flussi anche superiori a quanto si riscontra con un semplice test. Sufficiente leggere la portata dichiarata al I°stadio e collegare lo stesso alla rubinetteria di un gruppo carico. Supponiamo di utilizzare una bombola da 15 litri caricata a 200 bar: 3000 litri di aria disponibili. Se colleghiamo il primo stadio con tutte le fruste disassemblate ed i tappi di media ed alta pressione rimossi ed apriamo il rubinetto della bombola, stando ai dati dichiarati, dovremmo riuscire a vuotare la bombola stessa in un tempo di 1 minuto o anche meno stando al dichiarato.
Molto importante, invece, è la modalità con cui l’erogatore fornisce aria respirabile, cioè la qualità dell’erogazione. Determinante è: quanto l’erogatore ci consente di respirare in immersione in maniera naturale. Lo sforzo inspiratorio quanto lo sforzo espiratorio devono essere molto bassi, l’erogazione deve essere lineare, senza inutili quanto fastidiose “sparate” d’aria. Se consideriamo, quindi, l’erogatore sotto l’aspetto della qualità dell’erogazione, l’offerta del mercato diventa - così - molto più ristretta. Anche la normativa, che fissa le prestazioni minime che uno strumento deve avere, non è omogenea.
Lo standard CE EN250 è molto meno significativo del parametro fornito dalla US NAVY (norma molto più restrittiva della EN 250). Sarà da preferire, ovviamente, uno strumento che disponga di questa seconda certificazione. 
Erogatore SUUNTO TENO (Apeks TX100)
Sul mercato, a fronte di un’offerta apparentemente molto diversificata, poche sono le novità di rilievo nella produzione. Nel catalogo di molte aziende si avvicendano, con una frequenza molto più elevata che in passato, numerosi modelli di erogatore che si distinguono dai vecchi nella forma esteriore, restando spesso nella sostanza le medesime macchine. Di converso, altre aziende mantengono in catalogo modelli ben collaudati che resistono per anni senza modifiche, a riprova della validità dei progetti iniziali. Nella scelta, quindi, non lasciamoci ingannare da chi presenta ogni stagione modelli nuovi e accattivanti: poca tecnologia e molto marketing.
Sul versante dei materiali impiegati, valutare la qualità e la convenienza dei materiali impiegati è cosa molto difficile per un non addetto al settore. Alcuni materiali, come ad esempio le leghe leggere o il titanio, non aggiungono nulla in termini di prestazioni e sono a volte causa di qualche problema in fase di impiego reale.
Inoltre, l’impiego di taluni materiali fa aumentare considerevolmente i costi rispetto all’impiego dei ben collaudati materiali tradizionali.

Erogatore SUUNTO TENO (Apeks TX100)Attacco DIN o INT? L’INT è ancora molto diffuso, tuttavia il DIN è estremamente più sicuro. Occorre però aggiungere, per completezza, alcune considerazioni. Le bombole alle quali connettiamo i nostri erogatori hanno delle specifiche pressioni di esercizio che vanno tassativamente rispettate. Analogo discorso per quanto riguarda gli attacchi degli erogatori. Posto che in Italia la pressione di esercizio massima consentita è di 250 bar e che esistono in commercio bombole omologate per quelle pressioni verifichiamo sempre che i nostri erogatori siano compatibili con le stesse.
Schematizzando:
attacco DIN 300 bar che monta su tutte le rubinetterie in circolazione
attacco a staffa INT 232 bar da utilizzarsi fino a detta pressione di esercizio
Se osserviamo con attenzione cosa accade nella produzione noteremo alcune incongruenze proprio in relazione agli attacchi. Ci sono aziende che commercializzano bombole da 18 litri a 220 bar di esercizio ed erogatori con attacchi DIN 200 bar (stampigliatura sull’attacco). Appare evidente che montare un attacco DIN 200 bar sulla rubinetteria di una bombola carica a 220 bar crea qualche problema in termini di sicurezza. Spesso nulla accade, proprio grazie ad una certa tolleranza dei pezzi che sono sovradimensionati rispetto all’impiego per cui sono progettati. L’operazione è, comunque, sempre impropria quando non si rispettano le pressioni di esercizio di erogatori e relativi attacchi.
Nella scelta dell’erogatore va tralasciato il più possibile il discorso estetico. La scelta cadrà sulla robustezza, l’affidabilità e la qualità. Verifichiamo l’ergonomia dello strumento. Il numero di attacchi di alta e bassa pressione devono essere sufficienti e ben distribuiti sul corpo del I° stadio per tutte le necessità. Le torrette girevoli sono inutili se le prese LP e HP sono ben orientate.
Sul secondo stadio verifichiamo invece la presenza o meno di pomelli vari di regolazione e poi chiediamoci se effettivamente ci servono o costituirebbero solo un’ulteriore complicazione in fase di manutenzione. La presenza di un boccaglio anatomico e ben conformato aggiunge parecchio comfort all’erogatore nell’uso quotidiano.
Da considerare anche con attenzione l’uso che faremo del nostro erogatore: immersioni in acque fredde (sotto i 15°C), immersioni in acque ricche di sospensione, immersioni lavorative, ecc..
Tendenzialmente, un modello di erogatore con I° stadio sigillato risolve le problematiche sopra citate senza l’ausilio di kit specifici.
Per quanto riguarda le prestazioni, orientiamoci in maniera decisa verso erogatori di fascia alta in quanto a performance. Comfort e sicurezza devono essere i parametri guida per poter godere appieno delle immersioni, piuttosto che il risparmio di qualche decina di euro.
Nella scelta dell’erogatore, un discorso spesso trascurato è quello della manutenzione, in termini di costi e disponibilità. I pezzi di ricambio devono essere facilmente reperibili e non devono avere un costo esagerato. Spesso la “ricambistica” ha in Italia un costo spropositato rispetto al valore del prodotto stesso. Richiediamo al rivenditore, se possibile, uno spaccato dell’erogatore che ci interessa con i relativi codici e costi al pubblico dei ricambi e dei kit di manutenzione programmata. Scopriremo dei particolari molto interessanti.
Sistema Octopus o due distinti secondi stadi? Molto meglio due erogatori distinti e separati, di pari livello.
Ho sentito spesso istruttori suggerire agli allievi di acquistare un secondo erogatore di basse prestazioni perché tanto non lo si usa mai ed altri suggerire di acquistare un secondo erogatore di prestazioni ancora migliori del primo. Entrambe le affermazioni sono errate. Un secondo erogatore potrebbe essere impiegato in un ipotetico caso di emergenza e quindi un erogatore di scarse prestazioni creerebbe ulteriori problemi proprio nella delicata fase di un’emergenza. Un secondo erogatore migliore del primo finirebbe per essere utilizzato come erogatore primario, perché non avrebbe senso alcuno respirare sempre da un erogatore di basse prestazioni. La soluzione corretta è adottare, da subito, due erogatori separati di ottimo livello ed identici in modo da alternarne l’uso in immersione (o anche in più immersioni) in modo da sfruttare entrambi ed abituarsi, nel contempo, a cambiare erogatore in immersione. Ciò consentirà di verificarne continuamente il corretto funzionamento di entrambi ed eventualmente intervenire con la manutenzione.

Per maggiori informazioni su attrezzature subacquee vai su:

Cinghiolo a molla per pinne

CINGHIOLO A MOLLA INOX

by



Non parliamo di un cinghiolo a molla qualsiasi ma di un qualcosa specificamente studiato per adattarsi a differenti tipologie di pinne e regolabile.

Regolabile = lo stesso cinghiolo si adatta a differenti calzate (non è il subacqueo che deve adattarsi alla lunghezza della molla!).

La regolazione avviene con un metodo semplice ed affidabile:

la piastrina di collegamento molla / pinna presenta ben 6 differenti posizioni di aggancio.

Il montaggio è semplicissimo e non occorre forzare niente: la piastrina è conformata per agganciare semplicemente la fibbia del cinghiolo standard ed il fissaggio avviene con il più semplice dei sistemi, bullone e dado autobloccante.

Il cinghiolo a molla è rivestito con un tubo in PVC trasparente per non avere alcuna interferenza tra subacqueo e molla in acciaio.

Quale vantaggio nell'adottare un cinghiolo a molla?

A parte prevenire il raro caso di rottura del cinghiolo tradizionale, evento estremamente raro con cinghioli di buona qualità, avremo una velocità di vestizione e svestizione della pinna eccezionale.

Infatti il cinghiolo a molla opportunamente regolato sulla nostra taglia non necessiterà di alcun aggiustamento successivo divenendo di fatto "il nostro cinghiolo" su misura.

Le immagini che seguono illustrano come si installa il cinghiolo a molla.




Per maggiori informazioni:

www.gravityzero.it

Le pinne del subacqueo

Sempre più spesso la pubblicità ci propone pinne in grado di farci muovere senza sforzo anche se le conoscenze scientifiche ci dicono che occorre applicare una certa forza per ottenere uno spostamento.Cerchiamo allora di fare una distinzione tra ciò che è marketing puro e ciò che è realtà.

E’ indubbio che progressi enormi sono stati raggiunti nel settore dei materiali e del design ma occorre sempre tener presente che mentre il design tende a far aumentare l’efficienza e l’efficacia di uno strumento, la ricerca nel settore dei materiali tende ad ottenere significativi risparmi sui costi.Ecco che la gomma viene soppiantata dai materiali termoplastici che se hanno una durata all’invecchiamento decisamente migliore hanno anche una resa inferiore rispetto alla gomma stessa.Da studi specificamente indirizzati al settore aeronautico e dallo studio delle pinne di animali acquatici si è preso spunto per disegnare pinne sempre più efficienti. Testi e foto di: Fabrizio PirrelloChiariamo il concetto di utilità della pinna: amplificare la spinta che potrebbero avere i piedi nudi. In pratica la pinna, grazie alla sua forma, consente di spostare una maggior massa d’acqua per ottenere una spinta propulsiva più elevata. Maggiore la massa d’acqua interessata maggiore la spinta.
Ovviamente avere una spinta propulsiva eccezionale ma non essere in grado di utilizzarla per mancanza della potenza necessaria a gestirla è inutile. Le pinne allora devono essere adattate alla morfologia del subacqueo medio per consentire ai più di impiegare con efficacia lo stesso strumento.
La pinna quindi non deve solo sviluppare il massimo in termini di prestazioni ma deve essere fruibile dalla massa (salvo il caso delle pinne specialistiche).L’obiettivo finale della ricerca è quello di ottenere un prodotto industriale con caratteristiche di elevata efficienza ed efficacia. Efficienza intesa come massima resa in relazione alla forza applicata ed efficacia intesa come essere in grado di assolvere al proprio compito di facilitare lo spostamento del subacqueo.
Purtroppo quando si concepisce un attrezzo che possa essere utilizzato dai più occorre rinunciare a qualche caratteristica o meglio prescindere da qualche dato importante tipo la tecnica per utilizzarlo.
Il maggior limite di una pinna è molto spesso nel subacqueo che non ha la tecnica per impiegare al meglio la propria attrezzatura: non conosce la tecnica della pinneggiata.
I maggiori produttori hanno capito perfettamente questo aspetto e ne hanno fatto un punto di partenza per la progettazione. Se da un lato il risultato (lusinghiero) è stato quello di rendere possibile a molti individui di accedere alle immersioni subacquee dall’altro la pinna è stata leggermente snaturata e non consente ai più esperti di esprimere il massimo rendimento proprio perché l’attrezzo non è stato pensato per loro.
Mescole molto morbide e leggere, ampie finestre di deflusso dell’acqua, forme particolari e molto altro hanno reso le pinne tanto comode da non sentirle ai piedi; purtroppo la sensazione piacevole per molti che percepiscono grandissima comodità si traduce nell’incapacità dell’attrezzo di tramutare la forza applicata dal subacqueo in movimento. E la sensazione di non sentire le pinne ai piedi si trasforma in una sensazione di grande frustrazione.Valutare ora quale sia la pinna migliore è molto difficile perché la pinna deve adattarsi al subacqueo ma il subacqueo deve saper pinneggiare. Individuare un attrezzo che perdona tanti errori non può essere un alibi per evitare di apprendere la tecnica giusta. Per valutare effettivamente quale sia la migliore pinna occorre effettuare una prova comparativa: diversi subacquei effettuano un identico percorso alternandosi nell’uso di vari modelli e valutando a posteriori la prestazione (tempo impiegato a percorrere una determinata distanza). Un’autorevole rivista Inglese effettuò tale test ed i risultati scaturiti furono sorprendenti: alcune blasonate pinne fecero una magra figura disattendendo quasi totalmente quanto dichiarato dalle aziende.

Ora è impensabile per un subacqueo medio effettuaretale test per scegliere le proprie pinne ma forse possiamo tentare di fornire un qualche criterio guida per non ritrovarsi con un attrezzo inutile tra le mani.
La scarpetta deve essere morbida in corrispondenza del collo del piede per non infastidire, ma deve avere il plantare sufficientemente rigido per trasmettere la forza alla pala.La pala deve mostrare una certa consistenza ed elasticità: la dobbiamo sentire. Basta afferrare la pinna all’estremità della pala e saggiarne la reazione elastica: se cede troppo meglio scegliere altro modello.
Tra i brevetti maggiormente in voga annoveriamo quelli della Nature Wings, azienda americana specializzata nella ricerca applicata la settore delle pinne, oggi utilizzati su licenza dalla maggior parte delle aziende specializzate. A parità di disegno la differenza di resa è data proprio dal materiale e coincidenza strana la gomma ha ancora le migliori performance. I longheroni della pinna dovrebbero essere elastici e corposi in modo da rendere la pala scattante in fase di pinneggiata.
Fatte queste considerazioni preliminari occorre poi provare la pinna a secco e verificare quale meglio si adatta al nostro piede e quindi quale marca di pinna più si adatta al nostro corpo.Il consiglio: apprendere la tecnica e acquistare un buon paio di pinne che non necessariamente sono le più costose o le più pubblicizzate.

Per maggiori informazioni sulle attrezzature subacquee vai a 

La maschera del subacqueo

 

Maschera Frameless by GRAVITY ZEROConsiderata l'importanza di questo elemento, vi consigliamo di non risparmiare sull'acquisto della maschera. Gli appassionati di fotografia subacquea apprezzeranno soprattutto i modelli a lente unica che valorizzano maggiormente il viso. Cercate di non acquistare una maschera troppo piccola, in quanto potrebbe causare mal di testa durante l'immersione o al momento dell'uscita dall'acqua. Indossando per la prima volta una maschera nuova, non dimenticate di rimuovere la pellicola in silicone che avvolge il vetro. Se questa operazione non viene effettuata, si formera' continuamente della condensa nella maschera. Sfregate i due lati del vetro con del detersivo per i piatti o del dentrificio. Non utilizzate prodotti alcolici! Rischiereste di rovinare il labbro della maschera.  Quando si sente parlare di cerchietto, facciale, fibbia e cinghiolo, e' facile intuire che qualcuno sta' discutendo di Maschera Frameless by GRAVITY ZEROmaschere e, forse, chi non e' un subacqueo non riesce a comprendere cosa ci sia tanto da discutere su un oggetto cosi' semplice e comune. Forse e' vero, ma chi si immerge ben conosce l'importanza di questo indinsensabile oggetto cin grado di influire pesantemente sulla riuscita dell'immersione. Tutti , chi prima o chi dopo, hanno provato il fastidio generato da piccole infiltrazioni di acqua che lentamente si insinuano nella maschera costringendo a continui svuotamenti. Questo conferma che e' necessario provare la maschera che si adatta perfettamente alla conformazione del proprio viso e naturalmente che abbia anche caratteristiche adatte all 'attivita' che svolgiamo in immersione perche' la scelta del modello dipende anche da questo. La tendenza generalizzata dalla nuova produzione e' quella di proporre maschere con un volume interno ridotto, con cristalli sistemati alla minor distanza possibile dall'occhio , per aumentare il campo visivo. La struttura portante di una maschera e' costituita da un facciale morbido al quale sono uniti i vetri , bloccati dal cerchietto rigido che ha la funzione di mantenerli complanari e rendere stagna l'unione fra due elementi. Il facciale oggi e', in qualche modello, ancora realizzato con una mescola di gomma naturale ma , per la maggior pate delle maschere prodotte , il materiale utilizzato e' il silicone che, con le sue particolari caratteristiche conferisce una maggiore aderenza, leggerezza e morbidezza oltre a non risentire degli effetti dell'ambiente marino. Consente , inoltre, di offrire maschere colorate che migliorano il look e soddisfano chi desidera abbinare i colori delle proprie attrezzature. Il facciale nella parte che appoggia al viso e' realizzato con una morbida flangia la cui conformazione, unitamente a quella di tutto il profilo, e' stremamente importante perche' garantisce a tenuta all'acqua e deve perfettamente adattarsi alla forma del viso . Il cinghiolo e' un altro elemento fondamentale della maschera ma la sua funzione non deve essere travisata. Serve esclusivamente a trattenere la maschera sul viso e non deve essere eccessivamente teso per ovviare ad eventuali infiltrazioni. Un tempo era collegato direttamente al facciale tramite semplici fibbie in metallo, oggi, invece, grazie all'impegno profuso dai produttori nel realizzare attrezzature sempre piu' comode e sicure, lo stesso è agganciato alla maschera tramite vere e proprie fibbie facilmente regolabili anche in immersione con la maschera indossata ed in alcuni casi anche basculanti per consentire di sistemarlo nella migliore posizione sulla nuca .Maschera Frameless by GRAVITY ZEROLe diverse attivita' praticate in immersione hanno portato a realizare modelli con differenti soluzioni. Troviamo maschere con ridottissimi volumi interni e vetri separati, adatte ai pescatori o a chi fotografa, perche' consentono ai primi di immettere all'interno poca aria durante la discesa per ovviare allo sciacciamento della maschera sul viso ed ai secondi perche' la vicinanza delle lenti all'occhio permette una migliore visione nel mirino della macchna fotografca, e altre leggermente piu' grandi adatte per ci si immerge solamente per osservare richiedendo piu' comodita' ed un miglior campo visivo in tutte le direzioni. Maschera Frameless by GRAVITY ZEROIn ultimo le famose Frameless ovvero le maschere senza telaio a lente unica che consento un perfetta addattabilità ed aderenza alla maggior parte dei profili facciali ed alla incredibile angolatura del campo visivo che puo raggiungere i 170° .






Per acquistare vai allo shop GRAVITY ZERO

OROLOGI SUBACQUEI UZI





La Uzi, mitraglietta camerata in 9mm parabellum prodotta dalla I.M.I.(Israeli Miltary Industries) è probabilmente una delle armi automatiche più conosciute e diffuse al mondo.

Mitraglietta UZIIl suo creatore, Uziel Gal(1923-2002), iniziò a studiare ingegneria meccanica nel mezzo degli anni 40, e grazie alle sue conoscenze progettò, nel 1950, una mitraglietta ispirata alla SMG cecoslovacca M25.

Uziel Gal ideatore della mitraglietta UZILe sue caratteristiche principali erano l’alta affidabilità anche in situazioni estreme, la leggerezza e il fatto di avere il caricatore posto esattamente all’interno dell’impugnatura,quindi in condizioni di scarsa visibilità un utilizzatore avrebbe dovuto semplicemente avvicinare le due mani per “incontrare” la sede del caricatore, invece di cercarla a tastoni per tutta la lunghezza dell’arma.

La nuova arma impressionò a tal punto le alte sfere dell’esercito israeliano che poco tempo dopo, esattamente nel 1956, venne prodotta dalla IMI.


L’azienda armiera, in onore di Uziel Gal (che si oppose senza successo a questa scelta) diede alla mitraglietta il nome di “Uzi”. 

Fabbrica Israeliana UZI  IMI

UZI distributito da GRAVITY ZERO

Militare Israeliano con mitraglietta UZINel 1958 la Uzi entrò nell’arsenale di un paese europeo, venne infatti adottata dall’esercito Olandese, seguito, nel giro di pochi anni, da molte altre forze armate europee.  Nel 1974 consolidò definitivamente il suo posto nell’esercito israeliano, sostituendo l’obsoleto Galil.

Famosa anche ai ”non addetti” del settore armiero grazie a svariati film di Hollywood, che nelle più grandi scene di azione hanno fatto massiccio uso di questo compatto mitra dal design squadrato e aggressivo, è conosciuta e apprezzata (in maniera più tecnica) da eserciti e polizie di svariati stati (e anche alle forze a loro contrapposte, quali gruppi terroristici e criminali) grazie alle sue grandi qualità.   Riviste che ritraggono mitraglietta UZI in azione

Infatti la piccola Uzi, oltre all’eccellente affidabilità, è un’arma molto precisa nonostante le sue ridotte dimensioni e, non meno importante, non richiede costi eccessivi per la sua produzione.


Estremamente sicuro anche il maneggio dell’arma, infatti le sicure presenti sono due, la prima è quella gestita dal selettore di fuoco (come nella stragrande maggioranza delle armi moderne) mentre la seconda si trova nella parte posteriore dell’impugnatura, e viene rilasciata semplicemente impugnando l’arma (per alcuni viene ritenuta pericolosa, poiché un’impugnatura scorretta, che potrebbe verificarsi nell’agitazione di una battaglia, porterebbe al bloccaggio del grilletto).  Attentato presidente USA

Attualmente è prodotta dalla IMI e, sotto licensa, dalla FN di Herstal in Belgio in numerose varianti.   Infatti oltre al normale modello, troviamo la Mini-Uzi, di uguale calibro ma di dimensioni più compatte, fino ad arrivare all’estrema Micro-Uzi, pistola mitragliatrice lunga circa 25cm, sicuramente inutile in battaglia per le ridottissime dimensioni e la precisione quasi inesistente, ma ottima per guardie del corpo e operatori di servizi di sicurezza.

Mini Uzi(a sinistra) e Micro Uzi(a destra)  Ma oggi UZI non è più solo sinonimo di mitragliette ma anche di orologi subacquei per impiego militare. Ma da un marchio come UZI non ci si poteva aspettare che un  orologio all'avanguardia ed ecco quindi  un massiccio impiego di tecnologia per rendere gli orologi militari UZI facili da leggere, ergonomici e affidabili. In tutta la linea di orologi UZI ritroviamo inpiego di retroilluminazione permanente ottenuta grazia a tecnologia H3 TRASER  basata su fiale di Tritio.   UZI Protector Watch Advertisement

La campagna promozionale della UZI mirata sugli orologi ben riassume caratteristiche ed origine militare dei suoi orologi.

OROLOGI SUBACQUEI

L'orologio subacqueo  

a cura di Fabrizio Pirrello

Una componente sempre più trascurata del corredo del subacqueo è l’orologio. Detto strumento viene spesso sottovalutato poiché le sue funzioni sono sempre più spesso assorbite da strumentazioni elettroniche quali i computers da immersione o le consolles digitali. Tuttavia alla base della sicurezza dell’immersione rimane sempre il concetto della prevenzione di tutti i possibili rischi insiti nella stessa, ivi incluso il rischio di malfunzionamento degli strumenti. Buona norma di prudenza richiede sempre di portare in immersione le tabelle d’immersione e strumenti idonei a fissare la massima profondità raggiunta, il tempo di fondo e il tempo di risalita (tappe deco incluse) anche se si impiega un computer da immersione. Ecco allora che l’importanza di avere un buon orologio subacqueo ritorna attuale. Ma come per le attrezzature subacquee, gli orologi non sono tutti uguali.

Orologio Subacqueo Smith & Wesson by GRAVITY ZERO     Orologio Subacqueo Smith & Wesson by GRAVITY ZERO Orologio Subacqueo Smith & Wesson by GRAVITY ZERO    
 
Preciso, semplice ed affidabile.
 
Per alcuni le immersioni sono un hobby eccitante e divertente, per altri una professione. In ogni caso immergersi comporta elementi di rischio. Per questa ragione un orologio studiato per la pratica dell’immersione subacquea deve rispettare alcuni standard: l’orologio deve dare garanzia di  prestazioni affidabili.

Nel 1982 questi standard sono stati stabiliti dall'International Organization for Standardization con l'emissione della norma ISO6425 che stabilisce requisiti e metodi per testare gli orologi subacquei.

Il rispetto dei requisiti stabiliti dalla norma ISO citata separano i veri orologi subacquei da quelli che ne hanno giusto l'aspetto ma non le caratteristiche.

Cominciamo col definire cos'è esattamente un orologio per immersioni subacquee. Seguendo la norma ISO è un orologio progettato per resistere a immersioni a profondità superiori ai 100 mt.

Tuttavia per potersi definire Diver's un orologio deve presentare una serie di requisiti ulteriori di seguito elencati:

Dispositivo pre-selezionabile per la rilevazione dei tempi:
un orologio Diver's deve essere equipaggiato con un dispositivo pre-selezionabile come una ghiera o un anello registrabile che permetta al subacqueo di tenere nota del tempo trascorso in immersione. Tutti gli orologi Diver's hanno una ghiera girevole unidirezionale con un meccanismo che impedisce rotazioni accidentali al contrario. La ghiera deve avere inoltre indicato una divisione in minuti, e i segni in corrispondenza degli intervalli di 5 minuti in 5 minuti devono essere evidenziati. Questi devono essere chiaramente visibili accanto ai segni posti sul quadrante.

Visibilità:
le seguenti indicazioni devono essere leggibili alla distanza di 25 cm in condizione di oscurità: tempo indicato, tempo misurato dal dispositivo di pre-selezione per la rilevazione del tempo di immersione, indicazione che l'orologio è funzionante (es. il movimento della lancetta dei secondi).

Proprietà antimagnetiche:
queste fanno riferimento agli standard posti da un'altra norma ISO (ISO764); sono di particolare rilievo per i subacquei professionisti che lavorano frequentemente in vicinanza o a contatto con relitti.

Resistenza agli urti:
anche questa norma rimanda ad un'altra norma ISO (ISO1413); la resistenza agli shock deve garantire l'indennità dell'orologio in caso di urti accidentali durante l'immersione o sull'imbarcazione prima e dopo l'immersione.

Resistenza all'acqua salata:
l'orologio non deve presentare alcun segno o cambiamento sulla cassa o sugli accessori dopo immersioni in acqua salata; deve garantire il corretto funzionamento di tutte le parti in movimento.

Affidabilità e resistenza alla pressione dell'acqua:
l'orologio deve continuare il suo regolare funzionamento, in particolare la lancetta dei secondi, in condizione di pressione dell'acqua. Deve superare un test ad una pressione di 1,25 volte superiore a quella dichiarata (ad es se l'orologio è dichiarato diver's fino a 200 mt viene testato fino ad un massimo di 250 mt).

Operazioni in acqua:
tutte le funzioni dell'orologio designate per l'utilizzo durante l'immersione devono effettivamente essere funzionanti quando immerso.

Resistenza a forze esterne:
nessuna delle parti accessorie all'orologio (esempio cinturino) devono poter subire distacchi o separazione durante le operazioni in immersione e tutti i dispositivi designati al funzionamento dell'orologio e delle sue funzioni in immersione devono mantenere piena efficienza in immersione.

Resistenza a shock termici:
l'orologio non deve presentare nessun segno di condensa quando sottoposto a shock termici, come i cicli di immersione alternata in acqua fredda e calda.

Resistenza:
l'orologio deve poter sopportare pressioni di aria e acqua secondo le condizioni previste dai test e non deve presentare segni di formazione di condensa o vapore.

Resistenza a atmosfere permeate di gas elio:
questo requisito riguarda gli orologi destinati ad utilizzo durante immersioni in condizioni di saturazione, quando viene utilizzato una miscela contenente elio. Bolle di elio possono entrare nell'orologio se non viene utilizzato un particolare vetro impermeabile all'elio, e questo può causare la sua esplosione a causa della pressione interna che aumenta fino a superare quella dell'acqua.

Marchiatura: 
solo gli orologi che presentano le caratteristiche elencate possono riportare l'identificazione Diver's o Diver's watch, accompagnata dall'indicazione della profondità massima di utilizzo in metri o in piedi. Sono accettate solo gradazione di 100 mt in 100 mt.

Maggiori informazioni su  www.gravityzero.it

giovedì 6 novembre 2008

NAVY SEALs UNIT

SEAL - Naval Special Warfare Foundation - Hawaii


The Men
Navy SEALS
are the world's most elite band of Special Operations warriors. Named after the environments in which they operate — the SEa, Air and Land — their daring missions and courageous successes are the substance of modern legend. They are the foundation of Naval Special Warfare combat forces and stand ready, worldwide, to conduct the most difficult and dangerous Special Operations missions. Today's SEALs trace their history from the elite Frogmen, Scouts and Raiders of World War II. Training is extremely demanding, both mentally and physically, and produces the world's best Special Operations warriors

The Mission
SEAL - Naval Special Warfare Foundation - Hawaii (the "Foundation") is a nonprofit organization formed under Section 509 (a)(3) of the Internal Revenue Code of 1986 to be exempt from federal taxation as a supporting organization for the Naval Special Warfare Foundation, which is a 501(c)(3) established to raise funds in support of the families of US Navy SEALs who have died while serving our country, or who are presently serving in harm's way in trouble spots around the world. The organization is comprised of volunteers from around the country and has no employees. 100 percent of the funds raised at our fundraising events, after expenses, will go solely to improve the education, health and wellness of the spouses and children of deceased and active duty SEALs. The Foundation’s application for exemption from federal taxation is pending. We do not foresee any problem obtaining IRS recognition as a tax exempt organization, which, when granted, will relate back to the date of formation on August 28, 2007.

History of SEAL Teams

Today's SEAL (SEa, Air, Land) teams trace their history to the first group of volunteers selected from the Naval Construction Battalions (SeaBees) in October of 1942. These volunteers were organized into special teams called Navy Combat Demolition Units (NCDUs). The units were tasked with reconnoitering and clearing beach obstacles for troops going ashore during amphibious landings, and evolved into Combat Swimmer Reconnaissance Units.

The NCDUs distinguished themselves during World War II in both the Atlantic and Pacific theaters. In 1947, the Navy organized its first underwater offensive strike units. During the Korean Conflict, these Underwater Demolition Teams (UDTs) took part in the landing at Inchon as well as other missions including demolition raids on bridges and tunnels accessible from the water. They also conducted limited minesweeping operations in harbors and rivers.

During the 1960s, each branch of the armed forces formed its own counterinsurgency force. The Navy utilized UDT personnel to form separate units called SEAL Teams. January 1962 marked the commissioning of SEAL Team ONE in the Pacific Fleet and SEAL Team TWO in the Atlantic Fleet. These teams were developed to conduct unconventional warfare, counter-guerilla warfare and clandestine operations in both blue and brown water environments.

Concurrently, Naval Operations Support Groups were formed to aid UDTs, SEALs, and two other unique units — Boat Support and Beach Jumpers — in administration, planning, research, and development. During the Vietnam War, UDTs performed reconnaissance missions and SEALs carried out numerous offensive operations. In 1967, the Naval Operations Support Groups were renamed Naval Special Warfare Groups (NSWGs) as involvement increased in limited conflicts and special operations.

In 1983, existing UDTs were redesignated as SEAL Teams and/or SEAL Delivery Vehicle Teams and the requirement for hydrographic reconnaissance and underwater demolition became SEAL missions. The Naval Special Warfare Command was commissioned on April 16, 1987, at the Naval Amphibious Base, Coronado, California. Its mission is to prepare Naval Special Warfare forces to carry out their assigned missions and to develop special operations strategy, doctrine, and tactics.

SEALs go through what is considered by some to be the toughest military training in the world. Basic Underwater Demolition/SEAL (BUD/S) training is conducted at the Naval Special Warfare Center in Coronado. Students encounter obstacles that develop and test their stamina, leadership and ability to work as a team.

Cochran Brochure

Evoluzione serie Cochran COMMANDER

Cochran EMC-16H

contro

Commander+ e Commander Nitrox

Le principali differenze tra il nuovissimo "Cochran Commander EMC-16H" ed i suoi predecessori "Commander+" e "Commander Nitrox" entrambi sostituiti. Dove avevamo due prodotti ora abbiamo solo una macchina che vede aumentate in modo significativo le possibilità operative.

Il Cochran Commander EMC-16H è disponibile nelle seguenti configurazioni:

Solo Aria (21% FO2)

Singolo mix Nitrox (21.0% to 49.9% FO2)

Singolo mix FO2 (come sopra) and PO2 (da 0.50 a 1.50 ata PO2)

Due mix Nitrox (dal 21.0% al 49.9% FO2 e dal 21.0% al 99.9% FO2)

Due mix FO2 (come sopra) e PO2 (dal 0.50 al 1.50 ata PO2)

E’disponibile, al momento dell’ordine, un’espansione di memoria; successivamente è possibile effettuare l’upgrade. La memoria standard è di 100 immersioni e di 135 ore di profilo d’immersione (a intervalli di 1 secondo). L’upgrade consente di archiviare fino a 512 immersioni ed oltre 550 ore di profili d’immersione.

Il nuovo " EMC-16H Adaptive Algorithm" di Cochran

Probabilmente la principale differenza è il nuovo "Adaptive Algorithm" della Cochran. Cochran è stata la prima azienda a fornire quello che può essere definito come algoritmo dell’azoto "auto-adattato ai fattori ambientali". Cioè l’algoritmo si auto-adatta reagendo a tutte le possibili caratteristiche diverse legate alle condizioni d’immersione, AUTOMATICAMENTE, IN MODO CONTINUO, senza necessità d’intervento alcuno.

EMC-16H sta per : “Environmental Microbubble Consciousness 16 Halftime Tissue Compartments”.

16 Tessuti campionati con emitempi da 2,5 a 480 minuti.

Cochran Commander EMC-16H contro Commander+

I fattori ambientali rilevati ed inseriti nell’algoritmo sono i seguenti:

Altitudine Barometrica in automatico

Riconoscimento acqua dolce o salata in automatico

Temperatura dell’acqua in automatico

Velocità di risalita (microbubbles) in automatico

Profili per le immersioni ripetitive in automatico

Livello conservativo dell’algoritmo (User Entered)

Frazione percentuale di ossigeno (User Entered)

Pressione parziale di ossigeno (User Entered)

Ad oggi, NESSUN ALTRO DIVE COMPUTER è così “INFORMATO” e così "AUTO-ADATTANTE" ai fattori ambientali ed alle caratteristiche dell’immersione!!! Il nuovo “Adaptive Algorithm” lavora su 16 tessuti e ne considera la saturazione/desaturazione in diversi scenari d’immersione. Il nuovo algoritmo è stato implementato con i più recenti ed accreditati risultati delle ricerche (di Cochran ed altri). Questo significa che oggi puoi avere un tempo di fondo più lungo con un livello di sicurezza maggiore rispetto a qualunque altro computer da immersione o tabella.

Inoltre il vecchio algoritmo aveva dei limiti artificiali che portavano ad un "Gauge Mode" o "blocco" nel caso risultassero superati certi limiti. Il nuovo “EMC-16H Adaptive Algorithm” non ha nessuno di questi limiti. Per esempio, la tappa di decompressione più profonda può partire anche alla stessa profondità max dell’immersione.

Inoltre, il nuovo Commander può essere impostato (sul campo) per operare sia in modalità FO2 che PO2. La modalità FO2 è normalmente impiegata per i sistemi a circuito aperto e per i rebreathers a circuito semichiuso. La modalità PO2 è invece dedicata ai rebreathers a circuito chiuso. Il vantaggio pratico è che il subacqueo può cambiare rapidamente tipologia di apparato utilizzato utilizzando lo stesso computer e senza perdere le informazioni relative alle immersioni precedenti(carico azoto residuo, esposizione ad ossigeno, ecc.). Il nuovo Commander EMC-16H può anche operare in modalità PO2 durante l’immersione e passare automaticamente (a scelta del subacqueo) in modalità FO2 durante la decompressione.

Il nuovo Commander EMC-16H può essere impostato per lavorare anche come I suoi predecessori Commander+ e Commander Nitrox.

Archivio dei dati e dei profili d’immersione

La precedente generazione di Commander archiviava 100 immersioni e 24 ore di profili d’immersione (al livello di dettaglio di 4 secondi). Il livello di dettaglio può essere configurato da 1 a 15 secondi. Consideriamo in ogni caso che le ricerche in tema di formazione di microbolle in fase di risalita attribuiscono valore informativo zero a profili d’immersione se il livello di dettaglio è superiore a 5 secondi. NESSUN ALTRO COMPUTER POTEVA VANTARE UNA CAPACITA’ DI ARCHIVIAZIONE COSI’ ELEVATA!!! Oggi, il nuovo Cochran Commander ha fatto ancora meglio: fino a 512 immersioni archiviate (standard 128); fino a 550 ore di profili d’immersione (standard 100 ore). Il tutto all’intervallo di 1 secondo! Con questo il livello di dettaglio delle informazioni archiviate è stato ulteriormente incrementato. GLI ALTRI COMPUTER NON POSSONO FARE NEANCHE IL 10% DI QUESTO!!!

Cochran Commander EMC-16H contro Commander+ e Commander Nitrox

Inter-dive Events

Nel passato, I computer da immersione archiviavano informazioni solo immediatamente prima, durante ed immediatamente dopo l’immersione. Cochran stabilisce un nuovo standard! Il nuovo Cochran Commander EMC-16H archivia importanti informazioni tra le immersioni anche quando è spento! Tali informazioni possono essere visualizzate tramite Analyst versione 3.07 e successive. Alcuni di questi “Inter-dive Events” sono:

Initializzazione della macchina

Accensione

Variazioni d’altitudine di oltre 150 metri

Batterie scariche

Batterie sostituite

Cattivo funzionamento dei sensori

Analyst PC Communication

Training Mode

Tutti I Dive Computers Cochran hanno quell che viene definito "Post Dive Interval" cioè quell lasso di tempo di 10 minuti che segue la fine dell’immersione. Il Post Dive Interval inizia non appena il subacqueo risale a meno 1 metro di profondità dopo l’immersione. Se il subacqueo torna ad una profondità superiore a 1,5 metri, tale intervallo viene computato come tempo d’immersione. Al contrario se il subacqueo trascorre tale intervallo di tempo (10 minuti) in superficie e poi torna ad immergersi, il computer considera e calcola una immersione ripetitiva.

Il nuovo Commander ha il "Training Mode" cioè un programma acque confinate. Tale modalità risponde all’esigenza dell’istruttore subacqueo di effettuare continue risalite e discese per fini addestrativi durante le sessioni di acque confinate computando il tutto come una singola lunga immersione (intervallo di superficie esteso a 30 minuti; inizio immersione a meno di 1 metro di profondità; fine immersione a meno di 1 metro di profondità, ecc.).

Attraverso l’ Analyst PC Software si possono rivedere le varie fasi della sessione d’addestramento.

Migliorie nell’autonomia delle batterie

Il miglioramento nella sezione Hardware e software ha consentito al reparto studi della Cochran di incrementare significativamente la vita utile delle batterie d’alimentazione dei suoi computer (già le più economiche del settore industriale). Il Cochran Commander vanta un’autonomia di oltre 1000 ore d’immersione o di due anni d’esercizio; il tutto con normali batterie alkaline! L’unità è equipaggiata con 2 batterie alcaline tipo N, sostituibili dall’utente. Consigliate sono le batterie alcaline ma possono essere impiegati anche altri tipi del tipo N.

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Cochran Commander EMC-16H Vs Commander+ and Commander Nitrox

Monitoraggio continuo sui sensori

Il nuovo Cochran Commander controlla contiunuamente (anche da spento) l’integrità dei sensori di profondità e temperatura. Ogni anomalia viene segnalata ed archiviata in memoria per essere visualizzata attraverso Analyst PC software version 3.05 o successiva

Taclite: ulteriori migliorie

Il sistema di retroilluminazione tattica dei computer Cochran oltre ad essere impostato ON o OFF prima dell’immersione, può nella nuova serie essere impostato per attivarsi automaticamente quando il display viene picchiettato (con una mano) per un intervallo di tempo programmabile via Analyst (impostazione standard 10 secondi).Ciò allunga sensibilmente la durata delle batterie ottimizzando l’impiego del sistema TACLITE.

Funzione “sveglia”

Il nuoov Cochran Commander può essere impostato anche come sveglia sull’ora locale senza interferire con le normali funzioni di computer da immersione.

Informazioni proprietario

Al momento dell’acquisto possono essere inserite in macchina le seguenti informazioni:

Dati anagrafici

Telefono, FAX, email, etc

Certification Agency e numero

Dealer e data di acquisto.

Si tratta di informazioni molto importanti ai fini del servizio post-vendita e garanzia.

Factory Defaults

L’unità esce dalla fabbrica con dei settaggi standard. Il subacqueo può modificare a piacimento le informazioni di base della macchina via Analyst. Sempre via Analyst l’unità può essere ri-configurata come da standard.

giovedì 30 ottobre 2008

COCHRAN EMC 16 mod. 1 FO2

COCHRAN EMC-16 1EANx




COCHRAN EMC-16

vers. 1 EANx

Black

Oggi hai la possibilità di ordinare il tuo Cochran EMC-16 totalmente personalizzato. Distinguiti dalla massa!

Il Cochran EMC-16 è il computer da immersione piu' semplice ed intuitivo da leggere sul mercato persino per un principiante.

L'ergonomia d'uso e' stata uno dei criteri guida nella progettazione.

Tanto semplice da poter essere impiegato appena estratto dalla confezione:


  • cifre grandi e facili da leggere e interpretare;

  • allarmi acustici chari.

L'intelligenza artificiale del Cochran EMC-16 gestisce comunque ben altro.

Il Cochran EMC-16 ha un algoritmo autoadattante


  • al vostro personale stile d'immersione,

  • alle condizioni ambientali,

  • è facilmente programmabile per consentirvi un elevatissimo grado di personalizzazione.

Inoltre la capacità di memorizzazione dei dati è tanto elevata da rendere il Commander una sorta di "scatola nera" delle vostre immersioni.

Un campionamento dati immersione ad intervalli di 1 secondo rende il Commander una macchina unica per prestazioni.

Ben 16 tessuti campionati (2.5 min - 480 min).

Algoritmo Haldane modificato versione EMC-16 "Environmental Microbubble Consciousness 16 Halftime Tissue Compartments"

Certificazione CE e ISO 9000 completano il quadro di questa fuoriserie dei computer da immersione.

Cochran Undersea Technology Italia

www.cochran.it

distribuito da GRAVITY ZERO - Technical Diving Equipment

www.gravityzero.it

Tecnologia e qualità

TECNOLOGIA E QUALITA'

Per i passati 16 anni la COCHRAN UNDERSEA TECHNOLOGY ha continuato a produrre strumentazioni per immersione con il risultato di aumentare costantemente la qualità e ridurre drasticamente il tasso di difettosità dei computer stessi. Oggi crediamo che la qualità del nostro prodotto sia la più elevata nell'industria subacquea e la percentuale di computer difettosi la più bassa. Negli ultimi 2 anni di produzione abbiamo avuto una percentuale di errore inferiore all' 1%. Sebbene nessuna azienda pubblicamente ne parli, in conversazioni informali, ci siamo confrontati con i nostri concorrenti che ne sono rimasti molto sorpresi.

Ciò è dovuto ad una serie di fattori :

    A. La qualità inizia con l'ingegnerizzazione dei prodotti. COCHRAN è l'unico produttore a fare tutto in casa , dal design alla realizzazione. Computer da immersione realizzati da subacquei: questa la nostra caratteristica. Infatti il nostro staff di ricerca e sviluppo si compone di subacquei esperti a diversi livelli: dalla subacquea ricreativa alla subacquea tecnica cioè immersioni profonde, su relitti, in grotta e con vari tipi di miscele respiratorie. Vi sono molti istruttori nello staff. Dall'idea iniziale, hardware, meccanica, software, algoritmi, produzione per il mercato nazionale ed estero e marketing, tutto si svolge all'interno dei nostri avanzatissimi stabilimenti di Richardson in Texas. Questo ci consente di ottimizzare e monitorare costantemente la qualità, le performance ed il costo dei nostri prodotti. Recentemente i nostri stabilimenti sono stati aggiornati con l'aggiunta di altri 3 server di rete ad alta velocità e ben 70 postazioni di lavoro.

    B. La qualità continua con i processi di ispezione e produzione, settori in cui abbiamo raggiunto enormi progressi: tempo di realizzazione del prodotto ridotto del 75%; stazioni computerizzate monitorizzano ogni passo di produzione ed ogni prodotto è contrassegnato con un numero di serie.

    C. Il controllo di qualità prevede che ogni componente sia ispezionato prima di essere utilizzato. Negli anni abbiamo selezionato i più affidabili fornitori di componentistica. Controlli durante il processo di produzione ci garantiscono che la manodopera sia al di sopra dello standard di qualità richiesto. Le nostre stazioni di controllo sono dotate di microscopio per controllare anche il più piccolo dettaglio. Siamo dotati di: laboratorio chimico, camera iperbarica, simulatore di respirazione e sofisticati strumenti elettronici di controllo.

    D. La taratura dei nostri prodotti è la più completa nel mondo dell'industria subacquea. Ogni singolo pezzo è tarato con strumenti di taratura ideati e realizzati in fabbrica. La taratura è ottenuta raggiungendo i valori estremi per temperatura, profondità, ed alta pressione (per le unità aria integrate).

    E. Prima della commercializzazione, ogni computer viene testato per 40 immersioni in acqua nella nostra speciale camera iperbarica. Tale test ci garantisce che il computer è correttamente calibrato, solido e funzionante.

    F. Ogni prodotto rientrato in fabbrica per qualche difetto è sottoposto ad accurato esame per scoprire le cause del malfunzionamento. Si prendono tutti i provvedimenti del caso per evitare che ciò accada nuovamente. A tal scopo effettuiamo riunioni periodiche per discutere di qualità legata alla produzione con tutto lo staff ; tutti devono essere a conoscenza delle problematiche legate alla produzione.

    G. COCHRAN UNDERSEA TECHNOLOGY ha lavorato negli ultimi anni per ottenere la certificazione ISO-9001. Ma certificazione non è in sé sinonimo di qualità se non ci si assicura che il processo produttivo certificato sia ripetibile e costantemente controllato. A tal fine effettuiamo tutta una serie di controlli qualità. I computer COCHRAN sono anche certificati CE e approvati anche dalla Federal Communications Commission.

Se non avete mai avuto occasione di provare personalmente un computer COCHRAN , ora vi invitiamo espressamente a farlo.

Design e tecnica costruttiva della cassa dei computer da immersione.

Ad oggi le tecniche impiegate nella realizzazione dei computer da immersione sono fondamentalmente tre : Air filled, Silicon Gel filled, Oil filled.

A) AIR FILLED (riempiti di aria). Così sono i computer COCHRAN. Essi devono essere strutturalmente solidi dal momento che vengono riempiti di aria alla pressione di 1 atmosfera e che non devono schiacciarsi alla pressione delle alte profondità. Il materiale di realizzazione deve essere insensibile allo stress meccanico provocato dalle escursioni di pressione cui le unità vengono sottoposte durante le immersioni. Questo tipo di realizzazione è molto complesso per una serie di motivi. La cassa del computer deve essere disegnata e concepita per rimanere stagna a lungo (nulla deve penetrare all'interno); il risvolto è che una cassa che risponde a questo requisito è strutturalmente molto solida, ed insensibile allo stress meccanico della pressione idrostatica (e non solo).

B) GEL FILLED (riempiti di gel al silicone). Così sono i computer della Suunto. La cassa è studiata in modo da consentire l'entrata dell'acqua poiché l'elettronica risulta protetta dal gel. Ma il gel trasmette la pressione ai componenti elettronici, che devono essere quindi selezionati per resistere alle alte pressioni. E ciò non è sempre facile. Inoltre il gel può, col tempo, non garantire la tenuta e l'acqua potrebbe venire a contatto con l'elettronica. La riparazione di questo tipo di unità è difficile e costosa poiché implica la rimozione e la sostituzione del gel. Tale tecnica costruttiva garantisce la resistenza del computer in acqua, ma non rende la cassa così solida come quella degli "air filled". Tali unità risultano anche più pesanti.

C) OIL FILLED (riempiti di olio). Così sono i computer della Uwatec. La componentistica elettronica è isolata dall'acqua con olio. La cassa non deve garantire la tenuta alla pressione visto che tale funzione è assolta dall'olio. Le pareti della cassa sono molto sottili. L'olio tuttavia è incomprimibile e come tale trasmette la pressione idrostatica alla componentistica elettronica. Interventi di riparazione risultano difficili e costosi. Tali unità pesano più di quelle "air filled". La cassa di tali computer non è strutturalmente solida come quella degli air filled.

Proprio perché COCHRAN utilizza il metodo Air filled , le casse dei suoi computer sono strutturalmente più solide e possono meglio tollerare gli stress in acqua e fuori. Tutte queste cose non possono essere fatte con altro tipo di tecnica costruttiva.

Il compartimento delle batterie è isolato dal resto dell'elettronica (con eccezione del Captain) ed è realizzato con materiali resistenti alla corrosione.
La lente che protegge il display non va rimossa : è installata in fabbrica con tecnica particolare.
I computer COCHRAN sono disegnati in modo da non avere vie d'acqua create da parti in movimento (come pulsanti, ecc.) protette da guarnizioni che con il tempo possono deteriorarsi. I contatti esterni dei computer COCHRAN sono in acciaio inox e non sono in movimento. Attraverso i contatti metallici il computer COCHRAN interagisce con il subacqueo (programmazione sul campo), con l'Analyst Pc, legge la salinità dell'acqua e queste sono tutte cose che non possono essere realizzate con nessun pulsante. Inoltre la cassa dei COCHRAN non consentendo l'ingresso di acqua, non consente nemmeno l'ingresso di polvere, sabbia o sporcizia in genere.

Controllo di qualità

Attenzione : non fatelo!
I computer Cochran sono garantiti per le normali condizioni d'uso entro i limiti di utilizzo indicati nel manuale.
Questi test sono stati effettuati con l'ausilio di scienziati, cuochi e camionisti.

Tutti questi test sono documentati e archiviati alla Cochran.

giovedì 24 luglio 2008

Come indossare una muta stagna con cerniera frontale

Vogliamo mostrare attraverso una breve sequenza di immagini come si indossa una muta stagna con cerniera anteriore.




Spesso, bastano pochi trucchi per ottimizzare e rendere veloce la vestizione di una muta stagna.




Niente di troppo complicato, solo un minimo di manualità.

Se vuoi approfondire il discorso immersioni ed attrezzature visita il sito della GRAVITY ZERO - Technical Diving Equipment http://www.gravityzero.it

Indossare muta stagna con cerniera posteriore


Vogliamo mostrare attraverso una breve sequenza di immagini come si indossa una muta stagna con cerniera posteriore.



Spesso, bastano pochi trucchi per ottimizzare e rendere veloce la vestizione di una muta stagna.


Niente di troppo complicato, solo un minimo di manualità.
Se vuoi approfondire il discorso immersioni ed attrezzature visita il sito della GRAVITY ZERO - Technical Diving Equipment http://www.gravityzero.it


mercoledì 23 luglio 2008

Marcus Werneck

Marcus Werneck in azione a cura di Fabrizio Pirrello.







Marcus Werneck è un subacqueo tecnico Brasiliano che non ha bisogno di presentazioni. E' personaggio carismatico della subacquea Brasiliana sia ricreativa che tecnica.


Per anni è stato istruttore della Federazione Subacquea del Brasile per poi assumere la guida della Professional Diving Instructor Corporation in America Latina. Ha sviluppato programmi di addestramento innovativi sia nel settore ricreativo che tecnico. Di rilievo aver introdotto il concetto della pratica dell'attività subacquea come stile di vita più che semplice attività sportiva.


Werneck è stato anche membro GUE e responsabile di svariati programmi addestrativi.


Marcus Werneck oggi è in SSI America Latina.


Per la GRAVITY ZERO, Marcus Werneck ha attivamente contribuito allo sviluppo di prodotti come la stagna in trilaminato TXT RANGER FZ che egli stesso adotta per le sue immersioni.
Se vuoi approfondire il discorso immersioni ed attrezzature visita il sito della GRAVITY ZERO - Technical Diving Equipment http://www.gravityzero.it