sabato 10 dicembre 2011

SHERWOOD BLIZZARD SRB7900

Che tu sia un professionista o un semplice appassionato, se le tue immersioni sono in acque fredde hai solo una scelta: Blizzard!
Il Blizzard della Sherwood Scuba è il primo erogatore ad essere stato progettato per essere impiegato in acque fredde e per queste condizioni è la prima scelta di molti professionisti in tutto il mondo.





I motivi sono questi:
  • Primo Stadio unico e coperto da brevetto Sherwood Scuba
  • Alette Placcate in metallo per trattenere il calore generato dall’espirazione e trasformarlo in umidità e per favorire lo scambio termico ed impedire il congelamento o l’autoerogazione del primo stadio
  • Il primo stadio sigillato che impedisce l’entrata di impurità e che impedisce il congelamento
  • Due uscite preferenziali di bassa pressione dotate di sistema booster per una respirazione sempre facile e senza sforzo
  • Il disegno esclusivo Sherwood Scuba dei baffi di scarico dell’erogatore per non avere mai le bolle nel campo visivo
  • n°5 uscite di BP per un routing ottimale delle fruste
  • n°2 uscite di HP per collegare manometro e sonda di eventuale computer integrato
  • Ridotta manutenzione ed eccezionale robustezza 

mercoledì 7 dicembre 2011

SHERWOOD MAGNUM




Un erogatore robusto, realizzato con precisione e di ottime prestazioni.
Una prima scelta per l’immersione ricreativa.
Ma non lasciatevi ingannare dal suo favorevole rapporto costo/qualità perché il Magnum supera abbondantemente i requisiti prestazionali della EN 250 e della US NAVY ivi inclusi i test in acqua fredda.




Caratteristiche tecniche:
  • Primo Stadio unico e coperto da brevetto Sherwood Scuba
  • Il primo stadio sigillato che impedisce l’entrata di impurità e che impedisce il congelamento
  • Due uscite preferenziali di bassa pressione dotate di sistema booster per una respirazione sempre facile e senza sforzo
  • Il disegno esclusivo Sherwood Scuba dei baffi di scarico dell’erogatore per non avere mai le bolle nel campo visivo. · Un Secondo Stadio con una forma piccola ed idrodinamica per ridurre l’affaticamento della mandibola
  • Il boccaglio Wisdom® extra comfortevole ed ergonomico per ridurre l’affaticamento della mandibola anche in condizioni estreme
  • Ridottissima manutenzione e robustezza proverbiale

venerdì 2 dicembre 2011

SHERWOOD MAXIMUS SRB7600

La scelta ideale per i subacquei avanzati e per i professionisti, per chi si immerge in grotte o relitti.






Il Maximus è un erogatore estremamente compatto e comfortevole, grande solo nelle prestazioni.
Eccezionale per ogni condizione ambientale:
  • Primo Stadio unico e coperto da brevetto Sherwood Scuba
  • Un Secondo Stadio con una forma piccola ed idrodinamica per ridurre l’affaticamento della mandibola
  • Due uscite preferenziali di bassa pressione dotate di sistema booster per una respirazione sempre facile e senza sforzo
  • Cinque uscite di bassa pressione per poter configurare correttamente il vostro equipaggiamento
  • Design con passaggio della frusta di bassa pressione sotto il braccio per ridurre gli ingombri ed aumentare l’idrodinamicità del subacqueo
  • Brevetto Sherwood Scuba sul Secondo Stadio con disegno a lamelle per direzionare l’aria durante la respirazione e rendere la respirazione sempre naturale in ogni condizione
  • Brevetto Sherwood Scuba sul Secondo Stadio con lamelle per umidificare l’aria: mai più respirazione innaturale e secchezza delle fauci a fine immersione!
  • Prestazioni altissime e personalizzabili in immersione grazie alla possibilità di agire su portata ed effetto venturi  

mercoledì 30 novembre 2011

SHERWOOD BRUT


Il Brut nasce per essere un erogatore robusto, affidabile e con poche necessità di manutenzione.
Ecco perché è la prima scelta per chi noleggia l’attrezzatura. Molto semplice da manutenzionare.







Caratteristiche tecniche:
  • Primo stadio sigillato
  • Pistone bilanciato
  • Uscita preferenziale per il secondo stadio ad alte prestazioni
  • Componentistica facilmente sostituibile
  • Meccanica interna in acciao inox e Delrin
  • Valvola scarico maggiorata per rendere più leggero del 30% sforzo espiratorio
  • Design compatto e leggerezza, ideale per i viaggi
  • Secondo stadio con calottina morbida per essere smontato senza ausilio di attrezzi 

lunedì 28 novembre 2011

SHERWOOD OASIS SRB7700

Se sei solito immergerti in acque temperate e non ti piace avere quella sensazione di bocca asciutta a fine immerione allora l’Oasis è il tuo erogatore.
Sherwood ha sviluppato un secondo stadio capace di trattenere l’umidità generata dalla condensa dell’espirazione che renderà la miscela respirata piacevolmente umida.




Caratteristiche tecniche:
  • Primo Stadio unico e coperto da brevetto Sherwood Scuba
  • Alette Placcate in metallo per trattenere il calore generato dall’espirazione e trasformarlo in umidità e per favorire lo scambio termico ed impedire il congelamento o l’autoerogazione del primo stadio
  • Il primo stadio sigillato che impedisce l’entrata di impurità e che impedisce il congelamento
  • Due uscite preferenziali di bassa pressione dotate di sistema booster per una respirazione sempre facile e senza sforzo
  • Il disegno esclusivo Sherwood Scuba dei baffi di scarico dell’erogatore per non avere mai le bolle nel campo visivo
  • Un Secondo Stadio con una forma piccola ed idrodinamica per ridurre l’affaticamento della mandibola
  • Il boccaglio Wisdom® extra comfortevole ed ergonomico per ridurre l’affaticamento della mandibola anche in condizioni estreme
  • n°5 uscite di BP per un routing ottimale delle fruste
  • n°2 uscite di HP per collegare manometro e sonda di eventuale computer integrato
  • Ridotta manutenzione ed eccezionale robustezza

lunedì 21 novembre 2011

Esercitazione NATO ad Halifax by Doug Elsey






SHERWOOD SR1

SHERWOOD SR1

L'erogatore SHERWOOD SCUBA SR¹ vanta superiori prestazioni: W.O.B. a 50 m inferiore a 0.5 joules/liter.
SR¹ è indubbiamente l'erogatore più avanzato realizzato dalla Sherwood Scuba nei suoi 50 anni di storia.








Secondo stadio pneumaticamente bilanciato.




Primo stadio a pistone iperbilanciato in 2 pezzi del tipo "flow-through" per un ottimale bilanciamento ed un perfetto controllo della pressione intermedia.


Il primo stadio è sigillato come di consueto sulla gamma SHERWOOD.

Troviamo 2 porte HP e 5 porte LP su torretta girevole di 360°.


Disponibile con attacco INT 232 Bar oppure DIN 300 Bar.


Il secondo stadio è dotato di un leverismo che trasmette le variazioni di pressione ad una corona flottante che allevia il carico sulla sede valvola allungandone la vita e garantendo prestazioni assai costanti.

La caratteristica innovativa del secondo stadio SR1 è quella di accorpare in un singolo comando la regolazione dello sforzo inspiratorio e la portata del flusso.



Un singolo movimento per regolare le prestazione dell'erogatore in immersione agendo su un comando ottimamente posizionato e dimensionato per essere facilmente accessibile anche indossando guanti spessi.

Tutta questa tecnologia è racchiusa in una cassa leggere ed estremamente compatta.



giovedì 17 novembre 2011

Distribuzione Sherwood Scuba

 è distribuito da:
via Piangipane 372
Dr Fabrizio Pirrello
Fax: 178 2267937
Mobile:329 6314724      
48124 - RAVENNA
P.IVA IT02127060800

Distribuzione Sherwood Scuba in Italia

 è distribuito da:
via Piangipane 372
Dr Fabrizio Pirrello
Fax: 178 2267937
Mobile:329 6314724      
48124 - RAVENNA
P.IVA IT02127060800

venerdì 11 novembre 2011

Le pinne



E’ indubbio che progressi enormi sono stati raggiunti nel settore dei materiali e del design ma occorre sempre tener presente che mentre il design tende a far aumentare l’efficienza e l’efficacia di uno strumento, la ricerca nel settore dei materiali tende ad ottenere significativi risparmi sui costi.Ecco che la gomma viene soppiantata dai materiali termoplastici che se hanno una durata all’invecchiamento decisamente migliore hanno anche una resa inferiore rispetto alla gomma stessa.Da studi specificamente indirizzati al settore aeronautico e dallo studio delle pinne di animali acquatici si è preso spunto per disegnare pinne sempre più efficienti. Chiariamo il concetto di utilità della pinna: amplificare la spinta che potrebbero avere i piedi nudi. In pratica la pinna, grazie alla sua forma, consente di spostare una maggior massa d’acqua per ottenere una spinta propulsiva più elevata. Maggiore la massa d’acqua interessata maggiore la spinta.
Ovviamente avere una spinta propulsiva eccezionale ma non essere in grado di utilizzarla per mancanza della potenza necessaria a gestirla è inutile. Le pinne allora devono essere adattate alla morfologia del subacqueo medio per consentire ai più di impiegare con efficacia lo stesso strumento.
La pinna quindi non deve solo sviluppare il massimo in termini di prestazioni ma deve essere fruibile dalla massa (salvo il caso delle pinne specialistiche).L’obiettivo finale della ricerca è quello di ottenere un prodotto industriale con caratteristiche di elevata efficienza ed efficacia. Efficienza intesa come massima resa in relazione alla forza applicata ed efficacia intesa come essere in grado di assolvere al proprio compito di facilitare lo spostamento del subacqueo.
Purtroppo quando si concepisce un attrezzo che possa essere utilizzato dai più occorre rinunciare a qualche caratteristica o meglio prescindere da qualche dato importante tipo la tecnica per utilizzarlo.
Il maggior limite di una pinna è molto spesso nel subacqueo che non ha la tecnica per impiegare al meglio la propria attrezzatura: non conosce la tecnica della pinneggiata.
I maggiori produttori hanno capito perfettamente questo aspetto e ne hanno fatto un punto di partenza per la progettazione. Se da un lato il risultato (lusinghiero) è stato quello di rendere possibile a molti individui di accedere alle immersioni subacquee dall’altro la pinna è stata leggermente snaturata e non consente ai più esperti di esprimere il massimo rendimento proprio perché l’attrezzo non è stato pensato per loro.
Mescole molto morbide e leggere, ampie finestre di deflusso dell’acqua, forme particolari e molto altro hanno reso le pinne tanto comode da non sentirle ai piedi; purtroppo la sensazione piacevole per molti che percepiscono grandissima comodità si traduce nell’incapacità dell’attrezzo di tramutare la forza applicata dal subacqueo in movimento. E la sensazione di non sentire le pinne ai piedi si trasforma in una sensazione di grande frustrazione.Valutare ora quale sia la pinna migliore è molto difficile perché la pinna deve adattarsi al subacqueo ma il subacqueo deve saper pinneggiare. Individuare un attrezzo che perdona tanti errori non può essere un alibi per evitare di apprendere la tecnica giusta. Per valutare effettivamente quale sia la migliore pinna occorre effettuare una prova comparativa: diversi subacquei effettuano un identico percorso alternandosi nell’uso di vari modelli e valutando a posteriori la prestazione (tempo impiegato a percorrere una determinata distanza). Un’autorevole rivista Inglese effettuò tale test ed i risultati scaturiti furono sorprendenti: alcune blasonate pinne fecero una magra figura disattendendo quasi totalmente quanto dichiarato dalle aziende.
Ora è impensabile per un subacqueo medio effettuare tale test per scegliere le proprie pinne ma forse possiamo tentare di fornire un qualche criterio guida per non ritrovarsi con un attrezzo inutile tra le mani.
La scarpetta deve essere morbida in corrispondenza del collo del piede per non infastidire, ma deve avere il plantare sufficientemente rigido per trasmettere la forza alla pala.La pala deve mostrare una certa consistenza ed elasticità: la dobbiamo sentire. Basta afferrare la pinna all’estremità della pala e saggiarne la reazione elastica: se cede troppo meglio scegliere altro modello.
Tra i brevetti maggiormente in voga annoveriamo quelli della Nature Wings, azienda americana specializzata nella ricerca applicata la settore delle pinne, oggi utilizzati su licenza dalla maggior parte delle aziende specializzate. A parità di disegno la differenza di resa è data proprio dal materiale e coincidenza strana la gomma ha ancora le migliori performance. I longheroni della pinna dovrebbero essere elastici e corposi in modo da rendere la pala scattante in fase di pinneggiata.
Fatte queste considerazioni preliminari occorre poi provare la pinna a secco e verificare quale meglio si adatta al nostro piede e quindi quale marca di pinna più si adatta al nostro corpo.Il consiglio: apprendere la tecnica e acquistare un buon paio di pinne che non necessariamente sono le più costose o le più pubblicizzate.

La maschera

Maschera Frameless by GRAVITY ZEROConsiderata l'importanza di questo elemento, vi consigliamo di non risparmiare sull'acquisto della maschera. Gli appassionati di fotografia subacquea apprezzeranno soprattutto i modelli a lente unica che valorizzano maggiormente il viso. Cercate di non acquistare una maschera troppo piccola, in quanto potrebbe causare mal di testa durante l'immersione o al momento dell'uscita dall'acqua. Indossando per la prima volta una maschera nuova, non dimenticate di rimuovere la pellicola in silicone che avvolge il vetro. Se questa operazione non viene effettuata, si formera' continuamente della condensa nella maschera. Sfregate i due lati del vetro con del detersivo per i piatti o del dentrificio. Non utilizzate prodotti alcolici! Rischiereste di rovinare il labbro della maschera.  Quando si sente parlare di cerchietto, facciale, fibbia e cinghiolo, e' facile intuire che qualcuno sta' discutendo di Maschera Frameless by GRAVITY ZEROmaschere e, forse, chi non e' un subacqueo non riesce a comprendere cosa ci sia tanto da discutere su un oggetto cosi' semplice e comune. Forse e' vero, ma chi si immerge ben conosce l'importanza di questo indinsensabile oggetto cin grado di influire pesantemente sulla riuscita dell'immersione. Tutti , chi prima o chi dopo, hanno provato il fastidio generato da piccole infiltrazioni di acqua che lentamente si insinuano nella maschera costringendo a continui svuotamenti. Questo conferma che e' necessario provare la maschera che si adatta perfettamente alla conformazione del proprio viso e naturalmente che abbia anche caratteristiche adatte all 'attivita' che svolgiamo in immersione perche' la scelta del modello dipende anche da questo. La tendenza generalizzata dalla nuova produzione e' quella di proporre maschere con un volume interno ridotto, con cristalli sistemati alla minor distanza possibile dall'occhio , per aumentare il campo visivo. La struttura portante di una maschera e' costituita da un facciale morbido al quale sono uniti i vetri , bloccati dal cerchietto rigido che ha la funzione di mantenerli complanari e rendere stagna l'unione fra due elementi. Il facciale oggi e', in qualche modello, ancora realizzato con una mescola di gomma naturale ma , per la maggior pate delle maschere prodotte , il materiale utilizzato e' il silicone che, con le sue particolari caratteristiche conferisce una maggiore aderenza, leggerezza e morbidezza oltre a non risentire degli effetti dell'ambiente marino. Consente , inoltre, di offrire maschere colorate che migliorano il look e soddisfano chi desidera abbinare i colori delle proprie attrezzature. Il facciale nella parte che appoggia al viso e' realizzato con una morbida flangia la cui conformazione, unitamente a quella di tutto il profilo, e' stremamente importante perche' garantisce a tenuta all'acqua e deve perfettamente adattarsi alla forma del viso . Il cinghiolo e' un altro elemento fondamentale della maschera ma la sua funzione non deve essere travisata. Serve esclusivamente a trattenere la maschera sul viso e non deve essere eccessivamente teso per ovviare ad eventuali infiltrazioni. Un tempo era collegato direttamente al facciale tramite semplici fibbie in metallo, oggi, invece, grazie all'impegno profuso dai produttori nel realizzare attrezzature sempre piu' comode e sicure, lo stesso è agganciato alla maschera tramite vere e proprie fibbie facilmente regolabili anche in immersione con la maschera indossata ed in alcuni casi anche basculanti per consentire di sistemarlo nella migliore posizione sulla nuca . Maschera Frameless by GRAVITY ZEROLe diverse attivita' praticate in immersione hanno portato a realizare modelli con differenti soluzioni. Troviamo maschere con ridottissimi volumi interni e vetri separati, adatte ai pescatori o a chi fotografa, perche' consentono ai primi di immettere all'interno poca aria durante la discesa per ovviare allo sciacciamento della maschera sul viso ed ai secondi perche' la vicinanza delle lenti all'occhio permette una migliore visione nel mirino della macchna fotografca, e altre leggermente piu' grandi adatte per ci si immerge solamente per osservare richiedendo piu' comodita' ed un miglior campo visivo in tutte le direzioni. Maschera Frameless by GRAVITY ZERO In ultimo le famose Frameless ovvero le maschere senza telaio a lente unica che consento un perfetta addattabilità ed aderenza alla maggior parte dei profili facciali ed alla incredibile angolatura del campo visivo che puo raggiungere i 170° .


Sempre più spesso la pubblicità ci propone pinne in grado di farci muovere senza sforzo anche se le conoscenze scientifiche ci dicono che occorre applicare una certa forza per ottenere uno spostamento.Cerchiamo allora di fare una distinzione tra ciò che è marketing puro e ciò che è realtà.